Powered By Blogger

lunedì 21 maggio 2012

In memoria del maggiore Robert Gregory

Ora che in casa siamo quasi sistemati
nominerò gli amici che non possono cenare con noi
accanto al fuoco di torba dentro l'antica torre
e dopo aver chiacchierato fino a tardi, arrampicarsi
su per la stretta scala a chiocciola per andare a dormire.
Scopritori di verità dimenticate
o semplici compagni della mia giovinezza, tutti,
tutti stanotte ho nel pensiero, perché sono morti.

Vorremmo sempre che i nuovi amici conoscessero i vecchi;
siamo feriti quando l'uno o l'altro si mostra freddo.
e c'è del sale negli affetti del cuore
a prolungare il bruciore,
e molte liti scoppiano per questo.
Ma nessuno degli amici che vorrei
questa sera può farci litigare.
Perché quelli che mi vengono in mente sono morti.

Lionel Johnson per primo alla mente,
che amava più il suo sapere che gli uomini,
benché fosse cortese anche con i peggiori.
Cadeva spesso, ma meditò sopra la santità
fino a che tutto il suo sapere greco o latino
non parve un lungo squillo di corno
che avvicinasse un poco al suo pensiero
la smisurata perfezione che aveva sognato.

E poi viene John Synge, quell'uomo inquisitivo,
che, morente, per testo scelse il mondo vivente,
e mai avrebbe riposato nella tomba
se all'imbrunire, dopo lungo viaggiare,
non fosse giunto fra gente appartata
nel più desolato e petroso dei luoghi,
al'imbrunire, in mezzo ad una razza
semplice e appassionata come il suo cuore.

Poi penso al vecchio George Pollexfen,
nella sua muscolosa gioventù ben noto a Mayo
per la maestria nel cavalcare ai raduni e alle corse,
il quale potrebbe dimostrare che i purosangue
e gli uomini prestanti, a dispetto della loro passione,
vivono come inclina l'arroganza degli astri,
per quadrature, opposizioni e trigoni:
diventò pigro e contemplativo.

Furono essi, per anni, i miei compagni più cari,
parte, per così dire, della vita e dell'anima:
e adesso i loro volti senza fiato sembrano guardare
da un vecchio libro illustrato.
Mi sono assuefatto alla loro mancanza di respiro,
ma non che il caro figlio della mia cara amica,
il nostro Sidney, il nostro uomo perfetto,
debba dividere con loro la scortesia della morte.

Perché tutte le cose che l'occhio incantato contempla
egli le amava: i vecchi alberi spezzati dal vento
che gettavano ombra sulla strada e sul ponte,
la torre sulla riva del torrente,
il guado dove il bestiame s'abbevera la sera,
e fa scalpore, e tutta sbigottita
la gallinella d'acqua muta asilo.
Sarebbe stato il più cordiale a darvi il benvenuto.

Quando cacciava la volpe con i segugi del Galway
da Castle Taylor ai dintorni di Roxborough
o nella piana d'Esserkelly, pochi tenevano il suo passo;
a Mooneen una volta volò oltre un ostacolo così pericoloso
che metà dell'attonita brigata chiuse gli occhi.
E dove fu che gareggiò cavalcando senza morso?
Eppure la sua mente
era veloce più che il piede dei cavalli.

Sognavamo che un grande pittore fosse nato
per la fredda roccia del Clare, la roccia e i rovi del Galway,
per quel colore austero e quella linea delicata
che sono la nostra segreta disciplina
in cui il cuore che osserva raddoppia il suo vigore.
Era un soldato, uno studioso, un cavaliere,
eppure aveva tale intensità
da rendere pubblica ogni cosa per diletto del mondo.

Chi avrebbe potuto consigliarci così bene
in tutte le piacevoli complessità d'una casa
quanto lui che praticava e s'intendeva
d'ogni lavoro in metallo od in legno,
modellato nel gesso o inciso in pietra?
Era un soldato, uno studioso, un cavaliere,
e in ogni cosa che faceva era perfetto
come se avesse avuto quell'unico mestiere.

Alcuni bruciano umide fascine, altri consumano
in una piccola stanza l'intero mondo combustibile
come se fosse paglia secca, e se ci voltiamo,
vediamo il nudo camino spento e nero
perché l'opera fu compiuta in quella vampa.
Era un soldato, uno studioso, un cavaliere,
quasi fosse un'epitome di vita. Che cosa ci fece sognare
che avrebbe potuto pettinarsi capelli grigi?

Vedendo come soffia aspro quel vento
che scuote le imposte, avrei voluto ricordare
tutti coloro che l'età matura mise alla prova,
l'infanzia amò, e l'intelletto giovanile approvò,
con un commento appropriato per ciascuno,
finché la fantasia non desse loro
più adeguata accoglienza; ma il pensiero
di quell'ultima morte mi ha tolto il cuore di parlare.


WILLIAM BUTLER YEATS

(traduzione Ariodante Marianni)






























3 commenti:

  1. Grazie al grande uomo chiamato Dr.EHIS per avermi riportato il mio amante entro 48 ore. Bene, iniziamo presentando me stesso sono Klump da Washington USA. Con così tanta gioia nel mio cuore vorrei dire all'universo di questo uomo chiamato Dr.EHIS, Egli è in grado di riportare indietro l'amore perduto e la famiglia perduta. solo dopo 10 ore che ho contattato il Dr.EHIS il mio amante è tornato da me chiedendomi di accettarla. Se hai disperatamente bisogno di rimandare il tuo amante contatta Dr.EHIS a thebrotherhoodtemple@yahoo.com

    RispondiElimina