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lunedì 31 luglio 2017

A ME GLI OCCHI di Georges Feydeau


A ME GLI OCCHI
di Georges Feydeau
traduzione di Marco Parodi






Personaggi:

BORIQUET
VALENCOURT
JUSTIN, domestico di Boriquet
ELOIS, domestico di Valencourt
FRANCINE, sorella di Boriquet
EMILIÈNNE, figlia di Valencourt


Scena:

Casa Boriquet. Saletta in un appartamento da scapolo. Arredamento elegante. Un tavolino quadrato a sinistra, che può servire da tavola da pranzo. Una piccola “console” dove già si trovano piatti, quattro coltelli, quattro forchette, tovaglia, tovaglioli, quattro bicchieri, del pane, una bottiglia di vino. A destra uno scrittoio con libri, opuscoli, calamaio, ecc. Lo scrittoio deve essere piano e solido, onde permettere a Boriquet di saltarvi sopra.




























ATTO UNICO

SCENA 1
Elois, Justin, poi Boriquet

Justin entra dal fondo, seguito da Elois che porta un baule.

JUSTIN - Vieni, vieni, schiavo! Porta qui il tuo involtino.
ELOIS - Pesa come un accidenti, pesa! (Scarica il baule in mezzo alla scena) Oh! Posso tirare il fiato, come si suol dire!
JUSTIN - Ah, io certo non mi divertirei a far scorrazzare simili pesi.
ELOIS - Perché, pensi che io mi diverta? È il padrone che m’appioppa ‘sta roba, cosa credi.
JUSTIN - A me potrebbe appiopparmi quel che vuole, che avrebbe per risposta un “chissenefrega”! Del resto, per le cose pesanti ho la proibizione del medico.
ELOIS - Ma guarda!
JUSTIN - Come non mangio aragoste, così non sposto bauli.
ELOIS - Ma sentilo, non mangio aragoste… Neanch’io mangio aragoste. Ma questo non mi impedisce di trasportare bauli.
JUSTIN - Perché non fai come me? Io li faccio portare al padrone.
ELOIS - Ma va’…
JUSTIN - Parola!
ELOIS - Tu fai portare i bauli al tuo padrone?
JUSTIN - I suoi e i miei.
ELOIS - Accidenti! Un padrone fuori del comune, eh?
JUSTIN - Puoi dirlo.
ELOIS - Eh sì, un padrone molto comodo.
JUSTIN - È un orso, un porcospino, il mio padrone, altro che! Solo, io ho trovato il sistema… lo tratto con le scienze occulte.
ELOIS - Le scienze ocché?…
JUSTIN - …culte!
ELOIS - Non conosco questa roba.
JUSTIN - È una cosa straordinaria, sai? (Voce dall’interno: “Justin!”) Oh, sento che sta arrivando. (A Elois) Ehi, vuoi che gli facciamo portare di sopra il tuo baule? (Elois, ridacchiando, fa cenno di sì) Stai a vedere. (Entra Boriquet)
BORIQUET - Justin!… (Inciampa nel baule) Acc!… Ma che cosa c’è? Chi c’è qui?
JUSTIN - C’è Elois, signore, il domestico del dottor Valencourt, che ha preceduto il suo padrone con i bagagli.
BORIQUET - Ah!
ELOIS - Buongiorno, signore.
BORIQUET - Buongiorno. E il vostro padrone, e sua figlia, non vengono per il pranzo?
ELOIS - No, signore… hanno detto, sa, di non aspettarli per il pranzo… che hanno già mangiato al buffet della stazione e vengono dopo, per sistemarsi qui una buona volta.
BORIQUET - Saranno i benvenuti. (A Justin) Justin! Per il dottore la camera blu, per la figlia la camera verde. Aiuta questo giovane a portare di sopra il baule.
JUSTIN - Subito, signore.
BORIQUET - (Andando a sedersi) Bene bene, il mio futuro suocero e sua figlia… il dado è tratto. Ecco arrivato il giorno del fidanzamento ufficiale.
ELOIS - (Sottovoce, a Justin) Beh, non lo vedo portare nessun baule, come si suol dire.
JUSTIN - E aspetta un momento. (Si avvicina a passi felpati a Boriquet, e facendogli ampi gesti alle spalle lo ipnotizza) Sta a vedere. (Justin continua le sue mosse. Boriquet subisce via via l’effetto del fluido)
ELOIS - E che cosa gli fa, a lui, ricevere quelle mosse?
JUSTIN - Zitto… (A Boriquet) Quante dita?
BORIQUET - (Addormentato) Sette.
JUSTIN - Ci siamo!
ELOIS - Dio mio, è malato.
JUSTIN - No, è sotto l’influenza del sonno ipnotico.
ELOIS - Ha l’influenza.
JUSTIN - (A Boriquet) Su, vieni qui tu, pappamolla! (Dirige Boriquet al centro della scena, guidandolo con un dito) Alza una gamba!… L’altra! (Boriquet obbedisce sempre) Baciami la mano! Bene.
ELOIS - Ma guarda come è ben ammaestrato.
JUSTIN - Là! E adesso tu sei una bella donna… è vero che sei una bella donna?
BORIQUET - Sì, sì, sono una bella donna!
JUSTIN - (A Boriquet che esegue in pantomima tutti gli ordini: lo guida tenendogli sempre un dito davanti agli occhi, che rimangono fissi) Su, fa una passeggiatina, bellezza… là, bene, così… Oh, un ruscello… attenta alla gonna… (Boriquet fa il gesto di sollevare la gonna e di scavalcare il ruscello. Scavalca, in realtà, il baule. Justin lo fa girare.)
ELOIS - Ma che divertente!
JUSTIN - Ecco un fiore, lo vuoi un bel fiorellino? (Gli porge il piumino per la polvere, che è andato a prendere sul caminetto)
BORIQUET - Uh! Ha un buon odore… (Annusa il piumino con evidente soddisfazione)
JUSTIN - Vero?
BORIQUET - Di geranio…
JUSTIN - Bravo, l’hai detto… (Parla a Elois davanti a Boriquet) Eh, gli faccio o no prendere lucciole per lanterne?
ELOIS - Proprio.
JUSTIN - Su, ridammi il fiore… per favore!… Non vuole ridarmelo… (Gli strappa di mano il piumino e lo rimette sul caminetto. Poi torna da Boriquet con la mano tesa) E ora basta fare la scimmia, fuori venti franchi! (Boriquet, automaticamente, tira fuori dal taschino del gilet venti franchi e li dà a Justin)
JUSTIN - Perfetto, bravo. E adesso, per il disturbo, ti prendi questo baule e lo porti nella camera blu. Quando hai fatto, torna qui. Forza, avanti! Hop! (gli allenta un calcio nel sedere. A Elois, mentre Boriquet esce portando via il baule) Ecco quello che si dice le “scienze occulte”.
ELOIS - Divertente, io però lo chiamerei, piuttosto, un calcio nell’occul… to!


SCENA 2
Detti, meno Boriquet

JUSTIN - Eh, cosa ne dici? (Va a sedersi sulla sedia che si trova tra il caminetto e lo scrittoio. Elois si siede sulla sedia dall’altra parte dello scrittoio)
ELOIS - Sono sbalordito.
JUSTIN - Ecco cosa intendo per servitù. Far sgobbare il padrone.
ELOIS - Sì, cioè avere un padrone al nostro servizio. È che non capisco come riesci a…
JUSTIN - Eh! Ho l’occhio!… È tutto qui, avere l’occhio… io guardo fisso il padrone “acutizzando” le pupille… così, acutizzo ed è fatta.
ELOIS - Tu acutizzi? È difficile acutizzare?
JUSTIN - No, è questione di volontà. Me ne sono accorto un giorno che guardavo una bella ragazza… mi dicevo: accidenti, che ragazza… quanto mi piacerebbe, eccetera, eccetera… Allora mi metto a farle l’occhietto, per farle capire la cosa, no? Non avevo neppure cominciato che lei sgrana le pupille e viene diritta su di me, naso contro naso, occhi negli occhi, e si mette a seguirmi a destra, a sinistra, avanti, indietro, sempre appiccicata alla punta del mio naso… Non sapevo più come liberarmene, qui va a finire che questa mi porta a letto, pensavo. (Si alza)
ELOIS - (Alzandosi) E non era quello che volevi?
JUSTIN - Ma non così, naso contro naso… Senza contare che mi faceva diventare strabico. Allora ho avuto un’ispirazione, anche se avevo mangiato cipolla le faccio pfffùuu!… Lei fa aaah!… Ed ecco come sono venuto a sapere che sono “magnetico”.
ELOIS - Accidenti! Ma pensi che anch’io potrei essere “magnetico” col mio padrone come te, una buona volta?
JUSTIN - E come no, devi solo provare… perché è tutta una questione di volontà. Tu ti metti dietro al tuo uomo, così, fai un po’ così con le mani, (fa dei gesti, Elois lo imita) pensi intensamente “dormi, dormi, lo voglio!”, acutizzi le pupille… (Elois sembra sul punto di cadere addormentato) acutizzi… ohhu! Sveglia… (Elois si risveglia di soprassalto) Acutizza un po’ le pupille!… (Elois sgrana gli occhi) Bene. Dopo di che, se vedi che il tuo padrone dorme, è fatta, puoi partire… (Si porta in fondo a destra per ascoltare se il padrone ritorna)
ELOIS - Che bella cosa, però, la scienza! Guarda, voglio provare oggi stesso. E se il padrone una buona volta dorme, ah, allora glielo insegno io il servizio al borghese. (Ritorna Boriquet, sempre addormentato)
JUSTIN - Eccolo qua, l’ostrogoto!


SCENA 3
Detti e Boriquet

JUSTIN - (Piazza il solito dito davanti agli occhi di Boriquet) Vieni qui, tu! Hai trasportato il baule?
BORIQUET - Sì.
JUSTIN - Va bene. Puoi sederti. (Lo fa sedere, poi torna verso Elois) E ora attenzione: lo risvegliamo. (Gli soffia sulla faccia)
BORIQUET - (Risvegliandosi) Accidenti! Da dove arriva quest’aria?
JUSTIN - Il signore ha chiamato?
BORIQUET - No! Ah, eccovi qua, voi due! Avete portato di sopra il baule?
JUSTIN - Sì, sì, signore, ho le braccia rotte…
ELOIS - (trattenendo a fatica il riso) Anch’io.
BORIQUET - Ma ci avete messo pochissimo, non ho avuto neppure il tempo di muovermi…
JUSTIN - È che quando noi ci mettiamo, sa…
BORIQUET - (a parte) Niente da dire, questo ragazzo avrà dei difetti, ma quanto al servizio è di una rapidità…
ELOIS - Io vado di là, signore… (scappa, non riuscendo più a trattenersi)
BORIQUET - Sì, andate. (A Justin, che fa per seguire Elois) No, voi restate.


SCENA 4
Boriquet, Justin

JUSTIN - Il signore ha degli ordini?
BORIQUET - (Alzandosi) Sì, ho mia sorella, la signorina Francine, che viene a colazione da me.
JUSTIN - (tra i denti) Ah, la zitella.
BORIQUET - (che è andato a prendere un sigaro) Come dite?
JUSTIN - Niente, signore.
BORIQUET - Mi sembrava che aveste detto “quella bella”.
JUSTIN - Non mi permetterei mai.
BORIQUET - Lo spero bene. (Accende il sigaro e si siede)
JUSTIN - (a parte) Soprattutto parlando di lei.
BORIQUET - Quindi preparate tavola per due. (Justin fa per andare) Ma prima pulite a fondo questa stanza. Ieri è stata fatta molto alla carlona, sono rimasto molto insoddisfatto del vostro lavoro.
JUSTIN - Sono contento che il signore me lo dica, la cosa non si ripeterà.
BORIQUET - Voglio crederlo.
JUSTIN - Il signore ha da comandarmi altro?
BORIQUET - È tutto… Ah sì, a mezzogiorno in punto scendete in portineria a prendere la posta, e a mezzogiorno e mezzo andrete in cantina e porterete su un carico di legna.
JUSTIN - Bene, signore. È tutto?
BORIQUET - (seduto in poltrona, mentre fuma il suo sigaro) Tutto.
JUSTIN - (a parte, mettendosi alle spalle di Boriquet) E ora, a noi due. (Fa dei gesti magnetici alle spalle di Boriquet, il quale via via ne subisce l’influsso. Quando Justin lo vede addormentato, lo tira a sé piazzandogli un dito davanti agli occhi)
JUSTIN - Agli ordini, tu!
BORIQUET - Cosa?
JUSTIN - Prima di tutto non si dice “cosa”, si dice “cosa, signore”. Puoi darmi anche un po’ del signore, qualche volta.
BORIQUET - (sillabando, a fatica) Si-gno-re!

JUSTIN - Alla faccia! (Portandogli una scopa) Su, prendi questa scopa e fa’ la stanza a fondo. E cerca di muoverti, sai! Oh! Sembra che sei rimasto piuttosto insoddisfatto del lavoro di ieri, che hai trovato che qui non era pulito come si deve. Bene, bisogna che questo non si ripeta. Non ho nessuna voglia di prendermi delle girate da te quando ti svegli. Chiaro?
BORIQUET - Bene, signore.
JUSTIN - Avanti! E poi prepara la tavola per due, perché hai tua sorella a colazione.
BORIQUET - Mia sorella?
JUSTIN - Sì, tua sorella, quella carampana di tua sorella che non ha mai trovato un pedalino di marito. Non so che bisogno c’era di invitare quel cesso di donna! Avremmo potuto pranzare noi due, tête à tête… Avanti, lavora. (Vedendo che Boriquet porta il sigaro alla bocca) E non si fuma quando si scopa! Su, dammi il sigaro. Non aver paura, te lo tengo io. Forza, ragazzo, all’opera! (Justin, dopo aver tolto il sigaro di bocca a Boriquet, si accomoda a suo bell’agio a fumare sulla sedia, mentre Boriquet comincia a scopare) Bravo, Boriquet, il sigaro è eccellente! (Vedendo che Boriquet si muove con molta fiacca) Ehi, tu, dove hai imparato a scopare, eh? Mica stai dipingendo! Andiamo, un po’ di vigore, che diamine! Più forza… Ancora! Su, ancora di più!… Di più! (Al pubblico) È che bisogna scuoterlo, non si applica. Però, che comodità! Io me ne sto con le mani in mano, e lui si fa venire le vesciche! Lui fa il mio lavoro, e io mi fumo i suoi sigari. (A Boriquet, che gli sta scopando la polvere in faccia) E un po’ d’attenzione! Va bene, va bene, basta, hai scopato abbastanza! (Gli porta via la scopa) Ora credo che vada bene. Se poi non sei contento, lo rifai. Su, che ora ti sveglio. Ah, importantissimo: a mezzogiorno devi andare dal portiere a prendere la posta; la metti su quel tavolino e, educatamente, sai come faccio io, no? (Gli fa vedere) “La posta del signore”. Ripeti.
BORIQUET - “La posta del signore”.
JUSTIN - Bravo. Dopo di che, ti risveglierai. A mezzogiorno e mezzo, invece, scendi in cantina e porti su un bel cesto di legna! Capito bene? Bravo, siediti là che adesso ti risveglio. (lo fa sedere) Ah, aspetta! (Tira ancora una o due boccate dal sigaro, dopo di che lo rimette in bocca a Boriquet, che viene così a trovarsi nella stessa posizione di quando si era addormentato) Così, e adesso… (gli soffia in faccia per risvegliarlo) Ecco fatto, il signore è servito.
BORIQUET - Di già, ma dove diavolo trovate il tempo?
JUSTIN - Oh, signore, posso dire che non mi accorgo di lavorare.
BORIQUET - Straordinario! Oh, ma che caldo… È curioso, non mi sono mosso di qui, e sono tutto sudato, come se avessi fatto mezz’ora di moto.
JUSTIN - È la primavera, signore, è la primavera.
BORIQUET - Ma non siamo ancora in primavera.
JUSTIN - Ma sta arrivando, signore, sta arrivando. (Suonano)
BORIQUET - Hanno suonato. Andate ad aprire.
JUSTIN - Sì, signore. (Esce)
BORIQUET - Davvero, ci sono fenomeni che non mi spiego. Sta accadendo in me qualcosa di anormale…


SCENA 5
Boriquet, Justin poi Francine

JUSTIN - (Entrando) È la signorina Boriquet.
BORIQUET - Mia sorella. Fate passare.
FRANCINE - (Entrando come un granatiere) Buongiorno Gerard, come va? Fa’ vedere la faccia. Oh, ma come sei pallidino! (Si toglie il cappello che depone sul camino)
BORIQUET - Pallidino!… Devo essere tutto rosso, invece, lo dicevo poco fa a Justin. Non faccio il minimo movimento, mi siedo, fumo un sigaro… e sudo, sudo subito come se avessi fatto un chilometro di corsa. (Intanto Justin ha incominciato ad apparecchiare)
FRANCINE - Potrebbe essere il sigaro che non ti fa bene.
BORIQUET - Non so… è un fenomeno che mi capita specialmente a quest’ora, vero Justin?
JUSTIN - (Continuando ad apparecchiare) Sì, direi proprio, signore.
BORIQUET - Vero?… È sempre pressappoco nelle ore in cui voi fate l’appartamento.
JUSTIN - Casualmente, signore, sì.
FRANCINE - Curioso. Che dipenda dal fegato?
BORIQUET - Bisogna che ne parli al dottore… Bene, Justin, potete andare. Ci servirete quando sarà pronto. (Justin esce)
FRANCINE - Il dottor Valencourt e sua figlia non pranzano con noi?
BORIQUET - (accomodandosi sul divano) No, sai, hanno passato la notte in treno; il tempo di mettersi in ordine, di sistemarsi. Ci avrebbero fatto ritardare il pranzo. Hanno preferito mangiare un boccone al Buffet della Stazione. Saranno qui tra poco.
FRANCINE - (Commossa, tendendogli le mani) Ah, mio povero Gerard!
BORIQUET - Ma cosa c’è?
FRANCINE - Quando penso che presto sarai un uomo sposato, avrai una famiglia, dei bambini…
BORIQUET - Beh, mi sembra una cosa più che naturale.
FRANCINE - Sì, ma che cosa diverrò io per te?
BORIQUET - Non temere; sarai sempre la mia sorellina.
FRANCINE - (molto commossa) Tu dici?
BORIQUET - Te lo prometto.
FRANCINE - Nonostante ciò, io sono felicissima per te. Fai un ottimo matrimonio. La signorina Valencourt è carina, un eccellente partito. Suo padre è un medico tra i più stimati.
BORIQUET - Valencourt, una delle glorie della Scuola di Nancy; sostenitore del “magnetismo applicato alla medicina”, la guarigione per ipnosi! Un uomo di scienza molto affermato.
FRANCINE - Sì, e pare proprio che sia una cosa seria. Io non so, mi domando come si possano addormentare le persone solo fissandole.
BORIQUET - Mia cara, dipende dai caratteri, si capisce; ci vogliono dei temperamenti fragili, nervosi. Io, per esempio, non mi addormenterei mai.
FRANCINE - Lo credo bene. Comunque chiederò al dottore di farmi assistere a qualche esperimento.
BORIQUET - Sì, ma dopo il matrimonio.
FRANCINE - Certo, mio povero caro! Ma tutto sta andando così speditamente. Il dottore non viene a Parigi per il fidanzamento ufficiale?
BORIQUET - Eh, se non ci si sposa alla mia età, dopo è troppo tardi. Il matrimonio, vedi, Francine… (A questo punto la pendola suona mezzogiorno. Il viso di Boriquet cambia espressione, lo sguardo gli diventa fisso come quello di una persona ipnotizzata)
FRANCINE - Toh, mezzogiorno. Dicevi?… (Scoprendo l’espressione di Boriquet) Oh, Dio mio, cos’hai? (Boriquet non risponde) Gerard!… Gerard!… (Al secondo colpo di pendola, Boriquet si alza come spinto da una molla, ed esce precipitosamente per il fondo)


SCENA 6
Francine, poi Justin, poi Boriquet

FRANCINE - Ma dove va? (Chiamandolo) Gerard!… Non risponde!… Ma che gli prende, mio Dio, che gli prende?…
JUSTIN - (Entrando da destra con un pollo su un piatto e una insalatiera con insalata) Vediamo di servire… Il signore non c’è?… (Posa piatto e insalatiera sulla console a sinistra)
FRANCINE - Ah! Justin! Che ha mio fratello? Appena è suonato mezzogiorno, se ne è andato come un pazzo…
JUSTIN - (A parte) È sceso dal portiere per la posta.
FRANCINE - Ma dov’è andato?
JUSTIN - La signorina non si impressioni. Il signore ha, come dire, di tanto in tanto di queste stravaganze, esce e ritorna… Ma è inoffensivo… la cosa più saggia credo sia non parlargliene.
FRANCINE - Oh, ma io sono molto agitata! Povero Gerard, non è naturale! Figuratevi, stavamo parlando, di colpo si ferma… io lo guardo come sto guardando voi… (guarda Justin che la fissa: evidentemente impressionata, ripete meccanicamente) Non guardatemi così! Mi fa girare la testa.
JUSTIN - (A parte) Toh, toh, toh…
FRANCINE - (A parte) Che strana impressione mi fanno i suoi occhi.
JUSTIN - (A parte) Lo stesso temperamento, fratello e sorella, guarda guarda…
FRANCINE - (a Justin che le fa dei gesti alle spalle per sincerarsi del suo temperamento) Io allora lo guardo come… come… no non vi guardo più!… E tutt’a un tratto mi accorgo che… che… che… (resta immobile, addormentata)
JUSTIN - (trionfante) Anche lei! Ma bene, benissimo! Così ho tutta la famiglia in pugno. (Le soffia sulla faccia per risvegliarla e ritorna al tavolo, facendo finta di apparecchiare)
FRANCINE - (ridestandosi) Dove sono? Ah! Dio mio, cos’ho avuto?
JUSTIN - (sempre apparecchiando) Assolutamente nulla, signorina.
FRANCINE - È curioso, è come se mi fosse successo qualcosa dentro. Che cosa vi stavo dicendo?
JUSTIN - Mi parlava dell’emozione che aveva avuto vedendo il signor Boriquet andarsene, ma le ripeto, signorina, non c’è da preoccuparsi, non è niente… Del resto, ecco il signore che sta tornando.
FRANCINE - Lui! Oh, guardate che lineamenti contratti! Gerard!
BORIQUET - (venendo avanti con passo da sonnambulo fino allo scrittoio di destra. Ha un pacchetto di lettere e dei giornali su una guantiera: depone tutto sullo scrittoio) La posta del signore.
FRANCINE - Eh?! (Boriquet sembra ricevere una scossa interna e, non essendo più sotto suggestione, il suo viso, da fisso e immobile che era, ridiventa disteso e sorridente) Che cosa hai detto?
BORIQUET - (Riprendendo da dove era rimasto prima di addormentarsi) Dicevo: il matrimonio, vedi, Francine…
FRANCINE - Ma no! Hai detto: “la posta del signore”.
BORIQUET - Io? Sei pazza.
JUSTIN - (sottovoce a Francine) Non lo contraddica, signorina.
BORIQUET - Scusate, Justin, io ho detto: “la posta del signore”?
JUSTIN - Non ho sentito, signore.
BORIQUET - Perbacco! Perché avrei dovuto dire… No! Stavo dicendo: il matrimonio, vedi, Francine… e tu hai capito: “la posta del signore”.
FRANCINE - Tu credi?
BORIQUET - Ma certo! (A parte) Sta diventando un po’ sorda, mia sorella.
FRANCINE - (a parte) Povero ragazzo!…
BORIQUET - Justin, potete servire. Francine, a tavola.
FRANCINE - Sì, caro. (A parte) Mio fratello mi preoccupa! (Siedono a tavola. Justin serve il pollo e l’insalata)
BORIQUET - Prego, Francine. Serviti.
JUSTIN - (Fra sé) E io, adesso, dovrei stare qui a guardarli mangiare? Eh, no! (Va a prendere la bottiglia di vino che si trova sulla console a sinistra e versa da bere a Francine)
BORIQUET - Justin, qui a servire, dove andate?
JUSTIN - (che si era allontanato un po’) Vengo, signore. (Va a piazzarsi dietro la tavola, tra Boriquet e Francine, faccia al pubblico. Mentre l’uno e l’altra si servono, fa loro dei gesti “magnetici”)
BORIQUET - Toh, prendi questo pezzetto di… di… di… (si addormenta)
FRANCINE - Cosa dici? Vedi, non sai più cosa… co… co… (si addormenta)
JUSTIN - (imitandola) Tu non sai più cosa… co… co… (trionfante) Eccoli qua, ho la coppia!


SCENA 7
Detti, Elois

ELOIS - (Entrando da destra) Ma che stai facendo ancora?
JUSTIN - Non vedi? Mi aumento il personale.
ELOIS - Formidabile!
JUSTIN - (ai due addormentati) Avanti, forza, voi due! In piedi! (Boriquet e Francine si drizzano come spinti da una molla. A Elois) Arrivi al punto giusto, sto facendo servire. Vuoi pranzare con me?
ELOIS - Con piacere. (Si siede al posto di Francine)
JUSTIN - (Sedendosi al posto di Boriquet) Su, mettete due coperti. (Boriquet e Francine si affrettano a cambiare i coperti)
ELOIS - Però, sono dei buoni domestici!
JUSTIN - (dispiegando il tovagliolo) Cosa vuoi, non sono del mestiere. Su, passate il pollo! (Boriquet e Francine si precipitano sul piatto del pollo, ciascuno volendo servire) Calma, calma, troppo zelo, non litigate! (A Boriquet) Su, tu servi il pollo, la mammina passerà l’insalata. (Fanno come Justin comanda)
ELOIS - Meno male, ho proprio una bella fame… (A Justin, che lo osserva mentre si serve) Perché mi sbirci in quel modo?
JUSTIN - Niente… guardavo se per caso prendevi il mio pezzo.
ELOIS - Ho preso la coscia, una buona volta.
JUSTIN - Bene… e io prenderò il boccone del prete. (A Francine) Insalata! (Francine gli porge l’insalata)
ELOIS - (mentre Justin si serve) Bisogna che ci sbrighiamo, sai, perché il dottor Valencourt fra poco arriverà con sua figlia.
JUSTIN - (mentre Elois si serve) Cosa vengono a fare, poi, a Parigi? Come mai hanno chiesto ospitalità qui al borghese?
ELOIS - Credo che sia per un matrimonio, vuole sposare la figlia, il dottore.
JUSTIN - Con chi?
ELOIS - Ah, non saprei.
JUSTIN - Non col mio padrone, spero. Ci mancherebbe altro!
ELOIS - (a Francine, che non ha smesso di servire, come del resto il fratello, versando da bere, ecc.) Prenderei un po’ d’insalata… Ehi, signorina… ehi! (Francine non si muove) Ehi, tu! (A Justin) Non mi dà ascolto la tua serva!
JUSTIN - Francine, non senti? Il signore ti chiede l’insalata. (Francine si precipita con l’insalata verso Elois)
JUSTIN - Una meraviglia!… Ah, devo provare anch’io col mio padrone! (Suonano. Justin, spaventato, posando il tovagliolo) Hanno suonato!
ELOIS - È di sicuro il dottore con la figlia.
JUSTIN - Oh Dio, devo svegliarli!… Tu va ad aprire.
ELOIS - Sì. (Esce rapidamente per il fondo)
JUSTIN - Ehi! Voi due! Qui! (Li fa sedere tutti e due ai posti che occupavano) Bene. (Annodando il suo tovagliolo al collo di Boriquet) Su! Mangiate! (Tutti e due mangiano) E ora, svegliamoli! (Versa del vino a Boriquet e a Francine per darsi un contegno, poi gli soffia in fronte e i due si risvegliano) Là! (Quindi si dispone diritto e corretto come un maggiordomo inglese)
BORIQUET - (mangiando) Buono questo pollo.
FRANCINE - Ottimo.
ELOIS - (entrando rapidamente) Signore… ci sono il dottor Valencourt e la signorina.
BORIQUET - (alzandosi di scatto) Loro! (A Francine) Presto, Francine, c’è la mia fidanzata con suo padre.
JUSTIN - Ehhh!!!?
FRANCINE - La sua fidanzata! (Esce di corsa dietro al fratello)


SCENA 8
Justin, Elois

JUSTIN - Che cosa ha detto?
ELOIS - Ha detto: “la mia fidanzata”.
JUSTIN - Eh sì, ha detto “la mia fidanzata”… No, no, questo è troppo! Se crede che io gli permetterò di sposarsi!… (Parlando rimette a posto i coperti sulla console) Ha fatto il misterioso, non me l’ha detto… adesso vede. Una donna qui! Per disturbare il nostro ménage! Per mettermi i bastoni tra le ruote. E poi, chi le fa le camere?!
ELOIS - Sta zitto, eccoli!


SCENA 9
Detti, Boriquet, Francine, Valencourt, Emiliènne

BORIQUET - Si accomodi, caro dottore, avevo molto desiderio di averla mio ospite.
VALENCOURT - Lei è troppo gentile. Spero non ci abbia aspettati per il pranzo.
BORIQUET - No, il suo domestico ci aveva avvertiti.
FRANCINE - È stanca del viaggio, mia cara?
EMILIÈNNE - Oh no, io dormo benissimo in treno. È il papà, poveretto, che non ha chiuso occhio.
BORIQUET - Davvero?
VALENCOURT - Eh, mi sono sorbito una piacevole notte in bianco, caro lei.
BORIQUET - Se vuole riposarsi, le camere sono pronte.
VALENCOURT - No, grazie, la siesta mi appesantisce poi per tutto il giorno.
FRANCINE - E lei, mia cara Emiliènne?
EMILIÈNNE - Io, signorina, vorrei solo levarmi il mantello e rinfrescarmi un po’… Si prende tanta di quella polvere sui treni!
BORIQUET - Justin, volete accompagnare la signorina in camera sua?
VALENCOURT - E voi, Elois, andate a disfare i bagagli.
ELOIS - Subito, signore.
JUSTIN - Se la signorina vuole seguirmi… (Fra sé) Justin, incomincia la lotta! (Escono)


SCENA 10
Boriquet, Francine, Valencourt

BORIQUET - (Ritornando a Valencourt che, durante la fine della scena, ha sonnecchiato in piedi) Ebbene, mio caro dottore!
VALENCOURT - (sussultando) Eh? Cosa succede?
BORIQUET - Oh, l’ho svegliata!
VALENCOURT - No, no… mi si sono abbassate un momento le palpebre, non è niente. Eccomi a lei!
BORIQUET - Mio caro dottore, poiché ci troviamo qui riuniti, vogliamo parlare del progetto che mi sta a cuore?
VALENCOURT - Volentieri. Del resto non è un discorso lungo. Io non le nascondo che come genero lei mi conviene. Restavano da conoscere le intenzioni di mia figlia, io l’ho fatta parte della sua domanda, e lei ha subito aderito!
BORIQUET - Adorabile!
VALENCOURT - Mi ha detto: “Come vuoi, papà, ma facciamo presto perché ho scommesso con mia cugina che mi sposerò prima della fine dell’anno…” Allora, la cosa le fa guadagnare la scommessa.
BORIQUET - Che sentimenti gentili!
VALENCOURT - E ora, io in affari sono franco… Lei ha…?
BORIQUET - Trentott’anni.
VALENCOURT - Dicevo di patrimonio.
BORIQUET - Ah! Dodicimila franchi di rendita in titoli di Stato, Ferrovie, Suez, qualche Panama…
VALENCOURT - (con una smorfia) Ah, ah, ah… le Panama!
BORIQUET - Sì, lo so.
VALENCOURT - Vanno a rotoli le Panama.
BORIQUET - E poi ho il mio guadagno, che varia da quindici a ventimila all’anno.
VALENCOURT - E… eredità in vista?
BORIQUET - Mia sorella qui presente.
FRANCINE - (che è seduta dall’altra parte dello scrittoio) Mi realizzi subito?
BORIQUET - No, ti porto in conto.
VALENCOURT - Bene, e io do a mia figlia trecentomila franchi, in titoli di Stato, Fondiarie, qualche azione delle miniere d’oro di Saint-Germain-en-Laye…
BORIQUET - Ah, ah, ah… le miniere d’oro di Saint-Germain-en-Laye sono una montatura, sa, non valgono niente.
VALENCOURT - Infatti mi hanno consigliato di disfarmene al più presto, perciò le costituisco in dote.
BORIQUET - È che…
VALENCOURT - Oh, ma sono pochissime!
BORIQUET - (Alzandosi) E poi, io non faccio questioni di denaro.
VALENCOURT - E allora, caro genero, qui, tra le mie braccia. (Si alza e tende le braccia)
FRANCINE - (molto commossa, precipitandosi al posto del fratello) Oh, signore!
VALENCOURT - No, dicevo a suo fratello.
FRANCINE - Lo so… vai, Gerard!
BORIQUET - Mio caro suocero!
VALENCOURT - E ora, quanto alla sua fidanzata, benché io sia certo del suo consenso, sarà bene che si dichiari lei stesso, personalmente… Faremo in modo di creare subito un incontro intimo.
BORIQUET - Caro dottore, lei mi rende il più felice degli uomini. Lasci, perciò, che le esprima un sentimento che mi viene dal cuore… (la pendola suona mezzogiorno e mezzo. La faccia di Boriquet si trasforma, diventa fissa. Si volta e dice) Vado a prendere la legna.
FRANCINE e VALENCOURT - Eeeh?! (Boriquet esce rapidamente con andatura da automa)
FRANCINE - Oh, Dio mio, gli riprende!
VALENCOURT - Che cos’ha?
FRANCINE - (andando verso il fondo e chiamando) Gerard!…Gerard!… Se ne va… è già per le scale…
VALENCOURT - Gli prendono sovente simili… fantasie?
FRANCINE - (molto agitata) Oh, non lo so!… Non so… Justin!… Justin!…


SCENA 11
Detti, Justin

JUSTIN - (Arrivando dalla porta di destra) La signorina desidera?
FRANCINE - Ah, Justin, che cosa significa, il signore all’improvviso se ne è andato un’altra volta!
JUSTIN - (con finta sorpresa) Il signore?
VALENCOURT - Sì, ha detto: “Vado a prendere la legna”.
JUSTIN - Che ore sono?
FRANCINE - Ma come, che ore sono?
JUSTIN - (A parte) Mezzogiorno e mezzo. Sì, è sceso in cantina. (A voce alta) La signorina non si impressioni… a certe ore fisse, al signore prendono di questi capricci. Scende per la posta, porta su la legna… Ma è inoffensivo, ed è meglio non parlargliene dopo, gli secca.
FRANCINE - Tutto questo non è naturale, dottore.
VALENCOURT - Cosa vuole, sono fenomeni che talvolta si manifestano in nature “ordinate”.
JUSTIN - E poi penso lo faccia per ragioni igieniche. Il medico gli ha raccomandato il moto: il signore è un po’ anemico.
VALENCOURT - Ah, beh, allora è chiaro. (Vedendo Boriquet che ritorna) Eccolo. (Boriquet, sempre addormentato, entra portando una cesta di legna sulle spalle)
FRANCINE e VALENCOURT - Oooh!!
FRANCINE - (precipitandoglisi incontro) Gerard!… Fratello mio! (Senza dir motto, Boriquet respinge la sorella e proseguendo il suo cammino con incedere da sonnambulo esce per la porta di destra. Francine, seguendolo) Ah, Dio mio, Gerard! (A Justin, sempre seguendo il fratello) Venite, Justin!
JUSTIN - Vengo, vengo. (Escono entrambi)


SCENA 12
Valencourt, poi Elois

VALENCOURT - (ridendo) Ah, ah, ah! Divertente! Col cesto della legna! Beh, mi piace… indubbiamente non è un uomo comune. (Cambiando tono) Oh, come sono stanco, mi sento cascare le palpebre. Meglio chiuderle del tutto. (Rimanendo in piedi, semplicemente appoggiato al divano di sinistra, chiude gli occhi e sonnecchia)
ELOIS - (entrando) Ecco qua, ho disfatto il baule… (Vedendo Valencourt che sonnecchia girato di spalle) Oh, il padrone è solo!… Se provassi una buona volta il sistema di Justin! (Va a passi felpati dietro a Valencourt, gli fa dei gesti roteando gli occhi e mormorando qualcosa a voce bassa, come gli ha insegnato Justin. Valencourt, nello stesso momento, lascia cadere la testa in avanti, addormentato) Eh?… Dorme!… Ho addormentato il padrone… Ah, alla buon’ora! (Si avvicina a Valencourt e gli assesta un calcio nel didietro, poi gli tende la mano) E ora, fuori venti franchi!
VALENCOURT - (ridestandosi di soprassalto) Ma, oh! Sei tu, disgraziato!
ELOIS - (terrorizzato) Non dormiva! Non dormiva!
VALENCOURT - Ma cosa fai, scimunito? Che cosa fai?! (Lo riempie di pugni)
ELOIS - Ohi! Ohi! Ohi! Ohi! (Gira intorno al divano, inseguito dal padrone)
VALENCOURT - Tu ti permetti!… Mascalzone! Toh! Toh e toh! (Chiude in bellezza con un calcio nel sedere) Tieni, e fila via!
ELOIS - (cercando scampo nella fuga) Ohiohiohiohi!
VALENCOURT - S’è mai vista una cosa simile!… Prendermi a pedate!… Mascalzone! (Ricomponendosi di colpo, alla vista di Boriquet che torna, senza cesto ma sempre addormentato) Mio genero; calma.



SCENA 13
Valencourt, Boriquet, Justin, Francine

FRANCINE - (rientra, lamentandosi, dietro al fratello) Oh mio Dio, mio Dio! (Boriquet è ritornato esattamente allo stesso posto in cui si trovava prima di addormentarsi. Di colpo il suo volto cambia espressione; Boriquet si risveglia. Gli altri lo guardano ansiosamente)
BORIQUET - (riprendendo il filo del discorso, come se niente fosse) E allora… cosa stavamo dicendo?
VALENCOURT - Quando?
BORIQUET - Poco fa.
VALENCOURT - Poco fa? Lei non diceva niente. Trasportava tronchi.
BORIQUET - Come?
VALENCOURT - Trasportava legna, se preferisce.
BORIQUET - (al pubblico, ridendo) Vaneggia, il dottore.
JUSTIN - (sottovoce, a Valencourt) Dottore!… Le ho detto che si secca!…
FRANCINE - Dio mio! Dio mio!
VALENCOURT - Io, se fossi in lei, farei piuttosto del sollevamento pesi.
BORIQUET - Perché, del sollevamento pesi?
VALENCOURT - Perché è più efficace dei cesti di legna.
BORIQUET - (poco convinto) Ah!…
VALENCOURT - E ci aggiungerei del “ferro chinato”.
BORIQUET - (al pubblico) Chiaramente, vaneggia. Perdoni, dottore. Stavamo parlando del contratto, e lei viene fuori con pesi e “ferro chinato”?
VALENCOURT - Ah, lei dice… (al pubblico) Che sia davvero un po’ squilibrato?
BORIQUET - Quando avrò l’onore di parlare da solo a solo con la signorina sua figlia?
VALENCOURT - Vado subito a chiamarla. (A parte) Dovrò tenere sotto osservazione questo ragazzo. (Esce a destra)


SCENA 14
Detti, meno Valencourt

FRANCINE - Sei proprio sicuro di star bene, caro?
BORIQUET - Chi? Io? Ma si può sapere cosa avete tutti? Ho l’aria sofferente, Justin?
JUSTIN - (nel frattempo, sempre osservando, piega i tovaglioli e rimette tutto a posto sulla console) Il signore sta d’incanto.
BORIQUET - Oh! E adesso, Francine, va’ di là; sta venendo la mia futura sposa, voglio rimanere solo.
FRANCINE - Come vuoi. (Esce sospirando e scuotendo la testa)
BORIQUET - È ridicola mia sorella…
JUSTIN - Oh sì, è proprio ridicola… (ma un’occhiata di Boriquet lo fulmina)
BORIQUET - Non ho bisogno di voi, Justin! (E va a sedersi sul divano)
JUSTIN - Bene, signore. (Fa finta di uscire) È il momento! (Si porta a passi felpati dietro a Boriquet e gli fa i soliti gesti alle spalle) Vlang! Vlang!… Via! Andiamo! (Boriquet, sotto l’influsso del fluido, si è via via addormentato) Ecco fatto!… Boriquet, la tua fidanzata è brutta, è orribile! Vero che è orribile?
BORIQUET - (ipnotizzato) Sssì!… Sì!
JUSTIN - Non avrai paura di dirglielo?
BORIQUET - No, no!
JUSTIN - Devi dirle che non la vuoi sposare. Sarai molto sgarbato, vero? Più villano che puoi, capito?
BORIQUET - Sì, sì!
JUSTIN - Bravo! (Vedendo arrivare Emiliènne da destra) Eccola. Vado. Mi raccomando, Boriquet…


SCENA 15
Boriquet, Emiliènne

EMILIÈNNE - Papà mi ha detto che deve farmi la dichiarazione; sono tutta commossa. (Vedendo che Boriquet non le risponde) Mio padre mi ha detto che desidera parlarmi…
BORIQUET - Lei?… Oh, quant’è brutta! Che mostro!
EMILIÈNNE - (stordita) Come?
BORIQUET - Che muso da porco! Dove l’hai preso quel brutto muso? Va’ a nasconderti!
EMILIÈNNE - Oh, mio Dio! Ma cos’ha?
BORIQUET - Che schifo! Toh! (Tira fuori la lingua, facendole un’orribile smorfia)
EMILIÈNNE - È diventato pazzo!… E lei… lei mi vorrebbe sposare?
BORIQUET - Io entrare nella famiglia di quell’idiota di tuo padre?
EMILIÈNNE - Oh!
BORIQUET - (incalzandola) Io sposare un pitale come te! Eh no, cara! Togliti dalle palle, mostriciattolo! Pussa via! Via!… Vattene via!…
EMILIÈNNE - Oh, Dio! Papà! Papààà!… (corre via sconvolta)
BORIQUET - (come percorso da un tremito nervoso) Ma quant’è brutta! Quant’è brutta!


SCENA 16
Boriquet, Justin, poi Valencourt ed Emiliènne, infine Francine

JUSTIN - Perfetto! Benissimo! E ora arriva il dottore… Boriquet, sai cosa sei tu?
BORIQUET - No.
JUSTIN - Tu sei una scimmia del Continente Nero. È vero che sei una scimmia?
BORIQUET - Sì, sì! (Fa schioccare la lingua come una scimmia, con movimenti scimmieschi)
JUSTIN - Perfetto… (Vedendo entrare Valencourt con Emiliènne) Il suocero, perfetto. (Si defila sul fondo)
EMILIÈNNE - (seguendo il padre, lamentandosi) Oh, papà!… Papà!…
VALENCOURT - Lascia fare a me, Emiliènne. (A Boriquet, che fa la scimmia) Signore, che cosa ha detto a mia figlia? (Boriquet fa un balzo, accompagnato da schiocchi di lingua e da gesti scimmieschi)
VALENCOURT - Ma che cos’ha, Justin?!
JUSTIN - (fingendo inquietudine) Non lo so… Anch’io ho trovato il signore così.
VALENCOURT - È un attacco di febbre tropicale. Presto, andate a chiamare la sorella…
JUSTIN - Corro… (Al pubblico) Aspettala, la sorella! (Esce correndo. Boriquet, intanto, fa una corsa folle per la stanza, saltando sui mobili)
EMILIÈNNE - È spaventoso! (Boriquet si calma improvvisamente e adesso appare intento a cercarsi le pulci e a mangiarsele come una scimmia)
VALENCOURT - Su, Boriquet, amico mio, torni in se stesso. (Boriquet prende Valencourt per il collo, lo avvinghia con un braccio e con la mano libera incomincia a spidocchiarlo)
VALENCOURT - Vuole lasciarmi?!
EMILIÈNNE - Oh, papà, papà!
VALENCOURT - Non gridare! (Vedendo Justin che ritorna) Ebbene, la signorina Francine?
JUSTIN - Arriva.
VALENCOURT - E che arrivi! (Andandole incontro) Signorina! Signorina!
JUSTIN - (al pubblico) A lei ho intimato di essere Carmen e di ballare la “Cachucha”.
VALENCOURT - Venga, signorina, venga!
FRANCINE - (canta sull’aria della “Carmen”) “È l’amore uno strano augello… nessun lo può domesticar!”
VALENCOURT - Anche lei?! (Emiliènne, terrorizzata, si è rifugiata tra le braccia del padre. Intanto Boriquet, accovacciato sul tavolo di sinistra, imita il suono della chitarra, facendo le smorfie come le scimmiette automatiche delle pianole)
VALENCOURT - Ma è una famiglia di pazzi! Emiliènne, tu non entrerai in questa famiglia! Andiamo! (Escono dal fondo, mentre Francine canta e danza con furia orgiastica e Boriquet, afferrando libri e incartamenti dallo scrittoio, li scaglia dietro ai fuggitivi)
JUSTIN - (trionfante) Hurrà! Vittoria! (Cerca di interrompere l’esibizione dei due) Adesso basta, voi due! Ehi! Ho detto basta! (Ma la coppia sembra essersi molto immedesimata nei rispettivi ruoli) Basta, insomma! Maledetti! Insomma!… Tu, là! E tu, là! (Li fa risedere a tavola. Ficca nella forchetta di Boriquet un pezzo di pollo e in quella di Francine dell’insalata) E adesso… (soffia loro in faccia) arrangiatevi! (Esce a sinistra)
FRANCINE - Che caldo!
BORIQUET - Strano, anch’io ho un gran caldo.
FRANCINE - Non capisco che cosa mi abbia messo in questo stato.
BORIQUET - Neanch’io.


SCENA 17
Detti, Velencourt, meno Justin

VALENCOURT - (entrando da destra, col cappello in testa) Elois! Elois!
BORIQUET - (alzandosi da tavola) Oh, eccola qua, caro dottore!
VALENCOURT - (facendo un balzo all’indietro) Ancora!
BORIQUET - Ha detto alla sua deliziosa figliola…?
VALENCOURT - La mia deliziosa figliola!… Basta, signore! I nostri impegni sono infranti!
BORIQUET e FRANCINE - Come?!
BORIQUET - E perché?
VALENCOURT - Perché non intendo legare mia figlia a dei pazzi furiosi.
FRANCINE - Come dice?
VALENCOURT - Evidentemente, adesso la crisi è passata… ma io vi ho visti, e mi è bastato, “signor Scimpanzé”!
BORIQUET - Come?!
VALENCOURT - (accennando la danza del ventre) E la “signora bajadera”!
FRANCINE - Io?
BORIQUET - Eh no, scusi, signore, lei sta oltrepassando i limiti. Che lei voglia rompere, va bene, che noi non siamo legati, va bene…
VALENCOURT - No, voi siete “da legare”!… Siete pazzi da legare!
BORIQUET - Mi sembra che il pazzo sia lei, signore!
VALENCOURT - Perché voi non vi siete visti.
FRANCINE - Gerard, ti prego, ritiriamoci!
BORIQUET - Sì, hai ragione, andiamocene. Lei, caro dottore, faccia come vuole, le cedo il campo.
VALENCOURT - (seccamente) Buongiorno! (Boriquet esce a sinistra, seguito da Francine)


SCENA 18
Valencourt, poi Emiliènne ed Elois

VALENCOURT - Quando penso che stavo per dare in moglie mia figlia a un alienato!
EMILIÈNNE - (entrando da destra) Ah, papà!
VALENCOURT - Vieni, figlia mia, vieni. Andiamocene da questa casa.
EMILIÈNNE - Sì, papà! (Fanno per uscire, ma li ferma Elois, che, in lacrime, si getta ai loro piedi)
ELOIS - Ah! Ah! Ah!
EMILIÈNNE - Elois, che avete?
VALENCOURT - Ancora tu, deficiente!
ELOIS - Ah, signore… mi butto ai suoi piedi!
EMILIÈNNE - Ma che cos’ha?
ELOIS - Perdono, signore, perdono!
VALENCOURT - Perdonarti!
ELOIS - Sì, signore… per la familiarità che mi sono permesso con voi…
VALENCOURT - Chiamala “familiarità”!…
ELOIS - Non è colpa mia, signore, è colpa di Justin, il domestico, che mi ha dato il cattivo esempio. E questo mi ha dato l’ardire di provare su di voi una cosa che mi avrebbe aiutato nel lavoro.
VALENCOURT - Ma di cosa vai cianciando?
ELOIS - Non ciancio, signore, dico solo che Justin fa sempre così col suo padrone… (imita i gesti di Justin) dei trucchi così… e poi così… e: “dormi, lo voglio!”… e poi ancora con gli occhi… con degli occhi “specifici”, e allora il suo padrone, come si suol dire, si addormenta…
VALENCOURT - Oh lampo!
ELOIS - E questo mi ha dato manie di grandezza! Perdono, signore, perdono.
VALENCOURT - Ora capisco… quelle crisi… quegli attacchi… è chiaro, il domestico ipnotizzava quei disgraziati.
ELOIS - (supplicando) Signore…
VALENCOURT - Ma certo, certo. Dov’è questo Justin? (Chiama) Justin!
EMILIÈNNE - Ma cosa succede?
VALENCOURT - Niente, lasciami fare. Justin!!
JUSTIN - (entrando da sinistra) Il signore ha chiamato?
VALENCOURT - Vieni qui, miserabile! Che cosa hai fatto? (Lo prende per il bavero e lo trascina al centro della scena)
JUSTIN - Io, signore?
VALENCOURT - Ne ho sentite delle belle!… Tu ti permetti di addormentare il tuo padrone… di ipnotizzarlo!
JUSTIN - Io, signore?… Chi gliel’ha detto?
VALENCOURT - Lo so… e anche sua sorella! Confessa!
JUSTIN - (dibattendosi) Mi lasci, signore.
VALENCOURT - Ti dico di confessare…
JUSTIN - Non vuole lasciarmi?… Ebbene, stia a vedere! (Justin, mentre Valencourt lo tiene per il bavero, cerca di difendersi con la sua potenza magnetica: si sforza di ipnotizzare l’avversario, facendo dei gesti, magnetizzandolo con lo sguardo)
VALENCOURT - (intuendo le sue intenzioni) Tu vorresti giocare a questo gioco con me… Ah! Capiti bene. (Valencourt, senza lasciarlo, si mette a fissarlo nel profondo degli occhi. Justin lo fissa allo stesso modo; i due uomini, come in un duello, lottano a chi farà addormentare l’altro)
EMILIÈNNE - Vi prego, Elois, separateli.
ELOIS - Li lasci fare, signorina; è una lotta di gladiatori.
VALENCOURT - (prendendo a poco a poco il sopravvento su Justin) Te ne accorgerai! Sono uno dei più forti della scuola di Nancy!
JUSTIN - La vedremo! (La lotta continua, seguita con ansietà da Emiliènne, con ammirazione da Elois. Infine Justin, stroncato dal fluido superiore di Valencourt, appare totalmente in suo dominio)
VALENCOURT - (vittorioso) “Ecce homo”!
ELOIS - (applaudendo) Bravo!
EMILIÈNNE - (abbracciandolo) Oh, papà!
VALENCOURT - (a Justin) E adesso, in ginocchio! (Justin si mette in ginocchio. Valencourt va a chiamare Boriquet e Francine) Venite, voi!


SCENA 19
Detti, Boriquet, Francine

BORIQUET - Lei è ancora qui, dottore?
VALENCOURT - Sì, e ne sentirete delle belle.
FRANCINE - Ma che cosa fa, Justin, in ginocchio?
VALENCOURT - Appunto, signorina Francine, la parola a lui!… Poco fa io vi avevo presi per pazzi.
BORIQUET - Preferirei non tornare su quest’argomento!
VALENCOURT - Torniamoci, invece. Perché no, voi non eravate pazzi… L’istigatore dei vostri atti, che avevano parvenza di follia… eccolo là!
BORIQUET e FRANCINE - Ma quali atti?
VALENCOURT - Voi non potevate averne coscienza, eravate ipnotizzati.
BORIQUET - Andiamo, via!
VALENCOURT - Sì, Justin ha cercato di ipnotizzare anche me! Ma qui ha avuto a che fare con qualcuno più forte di lui; e ora è lui che soccombe dormiente! State a sentire: parla, tu! Confessa che sei stato un miserabile, che ti sei comportato con i tuoi padroni da scellerato!
JUSTIN - Oh, sì! Sono un miserabile! Sono io che ipnotizzavo tutti i giorni il padrone per fargli fare l’appartamento, dare la cera ai parquets, portare su la legna, insomma tutto il servizio.
BORIQUET e FRANCINE - No!
JUSTIN - Sì! Sono io che poco fa gli ho ordinato di dire villanie alla sua fidanzata. Io che gli ho intimato di essere una scimmia delle foreste africane!
BORIQUET - Una scimmia, io!
JUSTIN - Sì, e alla signorina di essere la Carmen e di ballare la “cachucha”.
FRANCINE - (per un momento compiaciuta) La “cachu…”… ah, miserabile!
VALENCOURT - E perché facevi questo?
JUSTIN - Perché volevo mandare a monte il matrimonio del signore per averlo sempre al mio servizio.
BORIQUET - Ma io lo uccido!
VALENCOURT - Lasci stare. Piuttosto, è convinto?
BORIQUET - Sono indignato…
FRANCINE - Addormentare noi… un domestico!
BORIQUET - Carogna!
FRANCINE - Quando penso che avrebbe potuto abusare di me!
BORIQUET - No, questo è impossibile.
VALENCOURT - Voglio sperare che dopo questo chiarimento lei vorrà tornare ad essere mio genero, signor Boriquet. (Gli tende la mano)
BORIQUET - Se la signorina acconsente.
EMILIÈNNE - Beh, certo… è stato molto sgradevole poco fa, ma era… “per procura”!
BORIQUET - Oh, signorina, com’è buona! (Si stringono le mani, sopra la testa di Justin)
FRANCINE - E di lui che ne facciamo?
BORIQUET - Lo metto alla porta seduta stante.
VALENCOURT - No, ascoltate: poiché lo tengo in pugno, ne farò un domestico modello. Justin! Ti impongo di rinunciare per sempre ad esercitare il tuo perfido influsso sui tuoi padroni e ti invito a servirli come il più devoto dei domestici!
JUSTIN - Lo farò.
VALENCOURT - E per penitenza, ripeti per un’ora: “Sono un miserabile!”
JUSTIN - (in ginocchio, battendosi il petto) Sono un miserabile! Sono un miserabile!
VALENCOURT - È la legge del taglione!


SIPARIO




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