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venerdì 17 giugno 2011

OTELLO - ATTO QUINTO - SCENA SECONDA



Una camera nel castello.
Desdemona a letto addormentata.
Entra Otello con un lume.

OTELLO
È la causa, è la causa, anima mia;
ma a voi non la dirò, caste stelle.
È la causa; ma non verserò il suo sangue
né scalfirò la sua pelle più bianca
della neve e liscia come alabastro sepolcrale.
Pure deve morire, o tradirà altri uomini.
Prima spegni una luce, e poi quell'altra;
se spengo questa fiaccola, e mi pento,
posso ripristinare la sua luce;
ma una volta spenta la tua luce,
o modello compiuto della perfezione di natura,
non so dove si trovi il fuoco prometeico
che la riaccenda. Quand'ho svelto la rosa
non posso più ridarle il suo rigoglio;
appassisce per forza. L'odorerò sullo stelo.

La bacia.

O alito balsamico, che quasi induci
la Giustizia a spezzare la sua spada!
Un altro; un altro. Resta così nella morte,
e io ti ucciderò, e ancora ti amerò.
Ancora un bacio, e sia l'ultimo bacio.
Mai dolcezza fu così fatale. Piango,
sì, ma lacrime crudeli; è una pena celestiale,
colpisce l'oggetto del suo amore. Si ridesta...

DESDEMONA
Chi c'è? Otello?

OTELLO
Sì, Desdemona.

DESDEMONA
Venite a letto, mio signore?

OTELLO
Hai detto le preghiere questa sera, Desdemona?

DESDEMONA
Sì, mio signore.

OTELLO
Se ti sovviene d'una qualche colpa che ancora non abbia ricevuto la grazia del perdono, invocalo subito.

DESDEMONA
Che intendete dire, mio signore?

OTELLO
Fallo, e in fretta, io starò discosto.
Non voglio uccidere la tua anima impreparata, no - Dio ne guardi - non la tua anima.

DESDEMONA
Parlate di uccidere?

OTELLO
Sì, di uccidere.

DESDEMONA
Allora il cielo abbia pietà di me!

OTELLO
Amen, con tutto il cuore!

DESDEMONA
Se dite così, spero che non mi ucciderete.

OTELLO
Uhm!

DESDEMONA
Eppure ho paura, perché quando roteate gli occhi a questo modo, siete esiziale. Non so perché dovrei aver paura, essendo senza colpa, ma ho paura.

OTELLO
Pensa ai tuoi peccati.

DESDEMONA
L'amore che ho per voi.

OTELLO
E per quello morrai.

DESDEMONA
È una morte innaturale quella data per amore.
Ah, perché vi mordete così il labbro?
Una collera sanguinaria vi scuote tutto; sono neri presagi. Eppure spero, spero che non siano per me.

OTELLO
Taci e non muoverti!

DESDEMONA
Obbedisco. Ma cos'è mai successo?

OTELLO
Il fazzoletto che mi era così caro, e che ti regalai, tu l'hai dato a Cassio.

DESDEMONA
No, sulla vita e sull'anima mia. Mandatelo a chiamare e chiedete a lui.

OTELLO
Attenta, dolce anima, attenta a non spergiurare; sei sul letto di morte.

DESDEMONA
Sì, ma non ancora per morire.

OTELLO
Invece sì, e subito; confessa perciò francamente il tuo peccato, perché negare questo o quest'altro punto col giuramento, non smuoverà né soffocherà la certezza che in cuore mi tormenta.
Devi morire.

DESDEMONA
Dio abbia pietà di me!

OTELLO
Amen, io dico.

DESDEMONA
E abbiatene anche voi! Mai in vita mia vi ho fatto torto... Mai ho amato Cassio, se non di quell'amore ammesso anche dal cielo. Non gli ho mai dato pegni.

OTELLO
Per Dio, gli ho visto in mano il mio fazzoletto. Spergiura, mi rendi il cuore di pietra, e vuoi farmi chiamare assassinio il sacrificio che intendo compiere. Ho visto il fazzoletto.

DESDEMONA
Allora l'ha trovato, io non gliel'ho mai dato. Chiamatelo, fategli confessare la verità.

OTELLO
Ha confessato.

DESDEMONA
Che cosa, mio signore?

OTELLO
Che ha... usato di te.

DESDEMONA
Come, disonestamente?

OTELLO
Sì.

DESDEMONA
Non può dirlo.

OTELLO
No, ha la bocca tappata. L'onesto Iago ha provveduto a questo.

DESDEMONA
La mia paura m'illumina... Allora è morto?

OTELLO
Se avesse avuto una vita per capello tutte gliele avrebbe strappate la mia vendetta.

DESDEMONA
Ahimè, lui è stato tradito, ed io perduta.

OTELLO
Ah, sgualdrina... piangi per lui davanti a me?

DESDEMONA
Scacciatemi, mio signore, ma non uccidetemi.

OTELLO
Giù, sgualdrina!

DESDEMONA
Uccidetemi domani, fatemi vivere stanotte.

OTELLO
Ah, se resisti...

DESDEMONA
Solo una mezz'ora, il tempo di dire una preghiera!

OTELLO
È troppo tardi.

La soffoca.
DESDEMONA
Mio Dio, mio Dio, mio Dio!

EMILIA (Da dentro)
Signore, signore, ohilà, signore!

OTELLO
Che grida son queste? Non è morta? non ancora morta?
Io che sono crudele, sono anche pietoso, non voglio prolungarti l'agonia... Ecco, ecco.

EMILIA (Da dentro)
Ohilà, signore, signore!

OTELLO
Chi c'è?

EMILIA (Da dentro)
Mio buon signore, ho da dirvi una parola.

OTELLO
Sì, è Emilia... vengo subito... È morta;
Sì, verrà a dirmi della morte di Cassio.
Le grida erano qui... Ah, non si muove più, muta come una tomba.
Devo farla entrare? Faccio bene? Mi pare che si muova ancora.
No... che devo fare? Se la faccio entrare certamente vorrà parlare con mia moglie.
Mia moglie, mia moglie; io non ho moglie...
È insopportabile! Che ora tremenda!
Ora dovrebbe esserci un'immensa eclissi di sole e luna, e il globo atterrito spalancarsi di fronte al mutamento.

EMILIA (Da dentro)
Vi scongiuro, lasciate che vi parli, mio signore.

OTELLO
Ti avevo scordata. Entra, Emilia.
Piano, un momento. Fammi tirare le tende. Dove sei?

Apre la porta.
Entra Emilia.


Che cosa ti succede adesso?

EMILIA
Oh, mio signore, sono stati commessi turpi delitti!

OTELLO
Cosa? Adesso?

EMILIA
Adesso, mio signore.

OTELLO
È la luna che devia dal suo corso, avvicinandosi più del solito alla terra e fa impazzire gli uomini.

EMILIA
Cassio, mio signore, ha ucciso un giovane veneziano chiamato Roderigo.

OTELLO
Roderigo ucciso? E anche Cassio?

EMILIA
No, lui non è morto.

OTELLO
Cassio non è morto? Allora il delitto ha stonato, e la dolce vendetta dissona.

DESDEMONA
Ingiustamente, ingiustamente uccisa!

EMILIA
Mio Dio, cos'è questo grido?

OTELLO
Che? Quale?

EMILIA
Ahimè, è la voce della mia signora; aiuto, aiuto, aiuto! O signora, parlate! dolce Desdemona, dolce signora, parlate!

DESDEMONA
Muoio innocente.

EMILIA
Ah, chi ha commesso questo delitto?

DESDEMONA
Nessuno; io stessa. Addio.
Riverisci il mio buon signore. Addio.

Muore.
OTELLO
Come sarebbe stata assassinata?

EMILIA
Chi lo sa?

OTELLO
L'hai sentita dire che non sono stato io.

EMILIA
L'ha detto; non posso negare il vero.

OTELLO
È una bugiarda finita nel fuoco dell'inferno: l'ho uccisa io.

EMILIA
Allora è un angelo, e voi tanto più nero demonio!

OTELLO
S'era data al vizio, ed era una puttana.

EMILIA
È una calunnia, e tu sei un demonio.

OTELLO
Era incostante come l'acqua.

EMILIA
E tu impulsivo come il fuoco a crederla infedele. Era fedele come un angelo!

OTELLO
Cassio l'ha montata; chiedi a tuo marito. Oh, meriterei il profondo dell'inferno se non mi fossi risolto a questo passo per giusti motivi. Tuo marito sapeva tutto.

EMILIA
Mio marito?

OTELLO
Tuo marito.

EMILIA
Che tradiva il talamo nuziale?

OTELLO
Sì, con Cassio. Ah, fosse stata fedele, se il cielo mi avesse creato un altro mondo d'un unico topazio perfetto e puro, non l'avrei data in cambio.

EMILIA
Mio marito?

OTELLO
Sì, lui mi ha per primo messo sull'avviso: è un uomo onesto, e odia il lerciume che s'appiccica alle azioni immonde.

EMILIA
Mio marito?

OTELLO
Perché lo ripeti, donna? Sì, tuo marito.

EMILIA
O mia padrona, la perfidia s'è fatta beffe dell'amore! Mio marito dire che era infedele?

OTELLO
Sì, lui, tuo marito. Capisci le parole? Il mio amico, tuo marito, l'onesto, onesto Iago.

EMILIA
Se dice così, che la sua anima perfida marcisca un granellino al giorno!
Mente dal cuore. Era fin troppo innamorata del suo sporco acquisto.

OTELLO
Ah!

EMILIA
Fammi quel che vuoi. Il tuo misfatto è indegno del cielo, come eri tu di lei.

OTELLO
Faresti meglio a tacere.

EMILIA
Tu non puoi farmi neanche metà del male ch'io posso subire. O stupido credulone!
Misero ignorante! Il tuo è un delitto... no, non temo la tua spada, ti denuncerò anche se mi costasse venti vite.
Aiuto, aiuto! Il Moro ha ucciso la mia padrona! All'assassinio!

Entrano Montano, Graziano, Iago e altri.
MONTANO
Che succede? Che c'è, generale?

EMILIA
Ah, anche tu qui, Iago? Sei stato bravo, tutti ora addosseranno a te la colpa.

TUTTI
Che succede?

EMILIA
Smentisci questo furfante, se sei uomo; dice che tu gli hai raccontato che sua moglie lo tradiva. Io so che non può essere, non sei un furfante di questa risma. Parla, il cuore mi scoppia.

IAGO
Gli dissi quel che pensavo, e non di più di quanto egli stesso appurò che era vero.

EMILIA
Ma gli hai mai detto che lei lo tradiva?

IAGO
Sì.

EMILIA
Hai detto una menzogna, una sporca, maledetta menzogna; sull'anima mia, una menzogna, un'infame menzogna! Tradirlo con Cassio? Hai detto con Cassio?

IAGO
Con Cassio, donna. Su, frena la tua lingua.

EMILIA
No, non la freno; devo invece parlare. La mia padrona è assassinata sul suo letto.

TUTTI
Ah, Iddio non voglia!

EMILIA
E le tue parole hanno istigato l'assassinio.

OTELLO
No, non sbarrate gli occhi, padroni, è vero.

GRAZIANO
Ma è assurdo!

MONTANO
Un'azione mostruosa!

EMILIA
Che infamia, che infamia, che infamia!
A pensarci, par di fiutarla; che infamia!
L'avevo immaginato... Mi ucciderò per il dolore. Che infamia, che infamia!

IAGO
Ma sei impazzita? Ti ingiungo di tornare a casa.

EMILIA
Buoni signori, datemi licenza di parlare. È giusto che gli obbedisca, ma non ora. Forse, Iago, non tornerò più a casa.

OTELLO
Oh, oh, oh!

Cade sul letto.
EMILIA
Sì, accasciati e ruggisci, hai ucciso la creatura più innocente che abbia mai levato occhi al cielo.

OTELLO (Alzandosi)
Era corrotta.
Quasi non vi riconoscevo, zio; vostra nipote è di là, e con queste mani le ho appena soffocato il respiro.
Lo so che appare terribile e odioso...

GRAZIANO
Povera Desdemona, sono contento che tuo padre sia morto; le tue nozze gli son state fatali, ed il dolore gli ha troncato il filo della vita. Se fosse vivo, questa vista lo indurrebbe a un atto disperato, a scacciare bestemmiando l'angelo custode dal suo fianco, e a dannarsi.

OTELLO
È penoso, ma Iago sa che mille volte con Cassio ha commesso l'atto obbrobrioso. Cassio l'ha confessato; e lei ha ripagato le sue fatiche amorose con quel segno e vincolo d'amore che io le avevo regalato. Gliel'ho visto in mano; un fazzoletto, un antico pegno donato da mio padre a mia madre.

EMILIA
O Dio, Dio del cielo!

IAGO
Cristo, chiudi il becco.

EMILIA
Verrà fuori, verrà fuori! No, non sto zitta, signore, no, parlerò libera come l'aria; anche se il cielo, gli uomini, i demoni, mi dessero tutti addosso, io parlerò.

IAGO
Sii saggia, vattene a casa.

EMILIA
No!

Iago fa per colpirla.
GRAZIANO
Vergogna, alzare la spada su una donna!

EMILIA
Ah, stupido Moro, il fazzoletto di cui parli l'ho trovato per caso e dato a mio marito, perché spesso con pesante insistenza, più di quanto meritasse quella cosuccia, mi aveva chiesto di rubarlo.

IAGO
Brutta puttana!

EMILIA
Lei darlo a Cassio? No, l'ho trovato io e l'ho dato a mio marito.

IAGO
Carogna, menti!

EMILIA
No, per il cielo, no, signori. Stupido assassino! Che poteva farsene d'una donna così buona un tale sciocco?

OTELLO
Non esistono folgori nel cielo che non servano solo per il tuono? Lurida canaglia!

Si avventa su Iago.
Iago pugnala Emilia.
GRAZIANO
La donna si accascia; ha ucciso sua moglie.

EMILIA
Sì, sì... stendetemi accanto alla mia padrona.

Esce Iago.
GRAZIANO
È fuggito, ma sua moglie è morta.

MONTANO
È un gran farabutto; prendete quest'arma che ho tolto al Moro; state fuori di guardia e non fatelo passare. Piuttosto uccidetelo, io inseguirò quella canaglia, è un maledetto furfante.

Escono Montano e Graziano.
OTELLO
Non ho più forza, anche un omuncolo si prende la mia spada.
Ma perché l'onore sopravviverebbe all'onestà? Alla malora.

EMILIA
Cosa presagiva la tua canzone, mia signora? Ascolta, puoi sentirmi? Farò il cigno che muore cantando;
(Canta) "Salice, salice, salice".Moro, era casta; ti amava, Moro crudele; Dio salvi la mia anima; dico il vero.
E parlando sincera, io muoio, muoio.

Muore.
OTELLO
Ho un'altra arma in questa camera; una spada di Toledo, temprata nel gelo d'un ruscello. Eccola; zio, fatemi uscire.

GRAZIANO (Da dentro)
Se ci provi, ti costerà caro; sei disarmato, devi sottometterti.

OTELLO
Allora vieni dentro a parlare con me o, disarmato come sono, ti attaccherò.

Entra Graziano.
GRAZIANO
Che succede?

OTELLO
Guardate, ho una spada; una migliore non ha mai poggiato sulla coscia d'un soldato. Ho visto giorni in cui con questo braccio e questa spada mi sono aperto un varco contro ostacoli venti volte più forti. Ma, sciocca vanteria, chi può controllare il suo destino?
Non è così ora. Non abbiate paura, anche se mi vedete così armato;
qui è la fine del mio viaggio, la meta e l'ultimo traguardo della mia vela.
Indietreggiate sgomento? Inutile paura;
basta puntare un giunco sul petto d'Otello e si ritira. Dove potrebbe andare Otello?
Com'è ora il tuo volto, creatura sventurata?
Bianco come la tua camicia. Quando c'incontreremo il giorno del giudizio, questo tuo aspetto farà precipitare dal cielo la mia anima, e saranno i diavoli a ghermirla. Fredda, fredda, bambina mia, come la tua castità. O maledetto scellerato! A frustate, diavoli, toglietemi questa visione celestiale;
sballottatemi in vortici di vento, bruciatemi nello zolfo, trascinatemi in precipiti abissi di fuoco liquido!
Oh, Desdemona, Desdemona, morta!
Oh, oh, oh.

Entrano Lodovico, Montano, ufficiali con Iago prigioniero e Cassio su una barella.
LODOVICO
Dov'è quel pazzo sventurato?

OTELLO
Colui che era Otello; eccolo qui.

LODOVICO
E quel serpente? Portatelo qui.

OTELLO
Guardo se ha il piede forcuto; ma è una favola...
Se sei un demonio, non ti posso uccidere.

Ferisce Iago.
LODOVICO
Toglietegli quella spada.

IAGO
Sanguino, ma non sono morto.

OTELLO
Non mi rincresce; vorrei che tu vivessi perché per me morire è una benedizione.

LODOVICO
Ah, Otello, tu un tempo così buono, caduto nelle trame di un verme maledetto, che cosa si dirà di te?

OTELLO
Quel che volete. Dite pure, un assassino per onore; non mi ha spinto l'odio, ma l'onore.

LODOVICO
Questo miserabile ha in parte confessato i suoi misfatti. Avevate concordato di uccidere Cassio?

OTELLO
Sì.

CASSIO
Caro generale, non ve ne diedi mai motivo.

OTELLO
Ti credo, e ti domando perdono. Chiedete per favore a questo semidiavolo perché mi ha così irretito anima e corpo?

IAGO
Non chiedetemi nulla. Sapete quel che sapete, d'ora in poi non aprirò più bocca.

LODOVICO
Come, nemmeno per pregare?

GRAZIANO
Le torture gli apriranno la bocca.

OTELLO
Be', tu fai bene.

LODOVICO
Signore, dovete sapere cos'è accaduto, quel che credo ignoriate. Ecco una lettera trovata in tasca al povero Roderigo; e questa è un'altra. Da una si deduce che Roderigo doveva uccidere Cassio.

OTELLO
Scellerato!

CASSIO
Mostruosa e perfida canaglia!

LODOVICO
E quest'altra lettera di recriminazione pure trovata nelle sue tasche, pare che Roderigo intendesse mandarla a questo vil dannato, ma probabilmente Iago è giunto a buon punto e l'ha spacciato.

OTELLO
Oh, perfido bastardo! Come hai avuto, Cassio, il fazzoletto di mia moglie?

CASSIO
L'ho trovato in camera mia, e lui stesso ha appena confessato d'avercelo messo perché servisse a ottenere il suo scopo.

OTELLO
Ah, stolto, stolto, stolto!

CASSIO
Inoltre nella lettera Roderigo rimprovera Iago d'averlo indotto a provocarmi durante la guardia, e causare così la mia destituzione; e or ora, dopo che pareva già morto, ha detto che fu Iago a colpirlo e a istigarlo.

LODOVICO
Lasciate questa stanza e venite con noi.
Siete destituito di potere e comando e Cassio assume il governo di Cipro. Per questo verme, se c'è sopraffina crudeltà per torturarlo duramente e a lungo, gli venga riservata. Voi resterete sotto stretta sorveglianza fino a quando la Repubblica di Venezia non sia informata sulla natura delle vostre colpe. Portatelo via.

OTELLO
Un momento; una parola o due. Alla Repubblica ho reso dei servigi e ne sono informati; basta così. Vi prego che nelle vostre lettere, quando riferirete questi tristi fatti, li presentiate come sono, senza attenuare o aggravare nulla per malanimo. Direte allora d'uno che nell'amore fu malaccorto, ma fin troppo ardente; d'uno non facilmente ingelosito, ma portato ad estremi disperati se messo su; d'uno che di sua mano, come un barbaro indiano, gettò via una perla più preziosa di tutta la sua tribù;
d'uno che non abituato a struggersi, con occhi soggiogati versa profusamente lacrime come le piante d'Arabia stillano resina. Scrivete questo; e dite ancora che una volta ad Aleppo, quando un turco prepotente e inturbantato bastonava un veneziano e ingiuriava lo stato, io afferrai alla gola quel cane circonciso, e lo finii così.
 
Si pugnala.
LODOVICO
Ah, sanguinoso epilogo!

GRAZIANO
Più non servon le parole.

OTELLO
Ti baciai prima d'ucciderti; per finire non c'è che di mia mano su un bacio morire.

Cade sul letto e muore.
CASSIO
Lo temevo, ma lo credevo disarmato, perché era un gran valoroso

LODOVICO (A Iago)
O cane spartano, più funesto del dolore, della fame o del mare, guarda il tragico strazio su questo letto; è opera tua! Lo spettacolo avvelena la vista; copriteli. Graziano, voi tenetevi la casa e il possesso dei beni del Moro; vi spettano in eredità.
A voi, governatore, è demandata la punizione di questo diabolico furfante, giorno, luogo e supplizio. Nessuna pietà!
Io torno subito a bordo e col cuore straziato di questi tristi eventi riferirò allo stato.

Escono.

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