Powered By Blogger

venerdì 30 settembre 2011

La mite

Adesso questo ricordo terribile ...
Mi svegliai, credo, di mattina dopo le sette, e la stanza era già completamente rischiarata dalla luce del giorno. Mi svegliai di colpo, con piena coscienza, e aprii gli occhi; lei era ferma al tavolo e nelle mani teneva il revolver. Non si accorse del mio risveglio e di come l'osservavo. E a un tratto vedo: lei cominciò a muoversi verso di me, con il revolver nelle mani. Socchiusi rapidamente gli occhi e finsi di dormire profondamente. Lei si avvicinò fino al letto e si piegò su di me. Sentivo tutto, e se anche intorno regnava un silenzio di tomba, ascoltavo quel silenzio. Qui ebbi un movimento convulso e, improvvisamente, contro la mia volontà aprii gli occhi. Lei mi guardò fissa negli occhi, e il revolver era già lì, alla mia tempia. I nostri occhi si incrociarono, guardandosi per non più di un attimo. Mi dominai e chiusi di nuovo gli occhi, decidendo in quell'istante, con tutta la forza della mia anima, che non mi sarei più mosso e non avrei aperto gli occhi, qualunque cosa mi fosse accaduta. Può accadere anche nella realtà che un uomo profondamente addormentato apra improvvisamente gli occhi, addirittura sollevi la testa e si guardi intorno nella stanza, poi invece, dopo un secondo, lasci ricadere la testa sul cuscino, e si riaddormenti, senza essere conscio di quei movimenti e senza ricordarli in seguito. Quando io, incontrato il suo sguardo e sentito il revolver alla tempia, richiusi a un tratto gli occhi e rimasi immobile come un uomo profondamente addormentato, lei potè naturalmente supporre che io dormissi davvero, che non avessi visto nulla, tanto più che era del tutto inverosimile che uno, dopo aver visto ciò che avevo visto io, potesse richiudere gli occhi in un momento "simile".
Si, inverosimile. Ma lei tuttavia avrebbe potuto anche intuire la verità - anche questo mi era balenato a un tratto nella mente. Oh, che tempesta di pensieri, di sensazioni attraversò il mio cervello in meno di un secondo! Evviva l'elettricità del pensiero umano! In questo caso (ebbi una tale sensazione), se lei avesse intuito la verità e avesse saputo che io non dormivo, l'avrei già schiacciata con la mia disposizione a morire, e la sua mano adesso avrebbe potuto tremare. [...]
Tuttavia la mia coscienza ribolliva in me; i secondi passavano, regnava un silenzio di tomba; lei continuava a stare piegata su di me - e a un tratto fui percorso da una speranza! Aprii rapidamente gli occhi: lei nella stanza non c'era più. Mi alzai da letto: avevo vinto io! - e lei, per l'eternità, era vinta!

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Nessun commento:

Posta un commento