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mercoledì 6 aprile 2011

CANZONE A BALLO

I' mi trovai un dì, tutto soletto,
in un bel prato per pigliar diletto.
Non credo che nel mondo sia un prato
dove sien l'erbe di sì vaghi odori:
ma quand'io fu' nel verde un pezzo entrato,
mi ritrovai tra mille vaghi fiori,
bianchi e vermigli, e di cento colori,
fra' qual senti' cantare uno augelletto.
Era 'l suo canto sì soave e bello
che tutto 'l mondo innamorar facea.
I' m'acostai pian pian per veder quello:
vidi che 'l capo e l'ali d'oro avea,
ogni altra penna di rubin parea,
ma 'l becco di cristallo, e 'l collo e 'l petto.
I' lo volli pigliar, tanto mi piacque,
ma tosto si levò per l'aria a volo
e ritornossi al nido ove si nacque.
I' mi son misso a seguirlo sol solo:
ben crederei pigliarlo ad un lacciuolo,
s'i' lo potessi trar fuori dal boschetto.
I' gli potrei ben tender qualche rete,
ma da po' che 'l cantar gli piace tanto,
sanz'altra ragna, sanza altra parete
mi vo' provar di pigliarlo col canto.
E quest'è la cagion perch'i' pur canto:
che questo vago augel cantando alletto.
Angelo Poliziano

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