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domenica 24 aprile 2011

Milvus et columbae (Il nibbio e le colombe) Fedro

Qui se committit homini tutandum improbo,
auxilia dum requirit, exitium invenit.
Columbae saepe cum fugissent milvum,
et celeritate pinnae vitassent necem,
consilium raptor vertit ad fallaciam,
et genus inerme tali decepit dolo:
'Quare sollicitum potius aevum ducitis
quam regem me creatis icto foedere,
qui vos ab omni tutas praestem iniuria?'
Illae credentes tradunt sese milvo.
Qui regnum adeptus coepit vesci singulas,
et exercere imperium saevis unguibus.
Tunc de reliquis una 'Merito plectimur,
huic spiritum praedoni quae commisimus'.


Chi affida se stesso da proteggere ad un uomo malvagio,
mentre cerca aiuto, trova la morte.
Avendo spesso le colombe fuggito il nibbio,
e con la velocità delle penne avendo evitata la morte,
il rapinatore volse il consiglio ad inganno,
e con tale frode ingannò lo stormo inerme.
"Perché fate una vita inquieta invece di
eleggermi re, stabilito un patto,
io che vi terri sicure da ogni oltraggio?"
Esse fidandosi si consegnano al nibbio.
Ma egli ottenuto il regno cominciò a mangiarle una per una,
ed esercitare il potere coi crudeli artigli.
Allora una delle rimanenti: "Meritatamente siamo colpite,
noi che affidammo la vita a questo predone."

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