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lunedì 9 maggio 2011

SHYLOCK

SHYLOCK: Ecco per me un altro cattivo affare! Un fallito, uno scialacquatore, uno che ora osa appena mostrare la faccia a Rialto, uno straccione che era solito venire sulla piazza del mercato tutto agghindato! Pensi alla sua obbligazione! Aveva l'abitudine di chiamarmi usuraio. Pensi alla sua obbligazione! Aveva l'abitudine di prestar danaro per cristiana compiacenza. Pensi alla sua obbligazione!

SALERIO: Ebbene, son sicuro che se egli manca all'impegno, tu non vorrai prenderti la sua carne. A che ti servirebbe?

SHYLOCK: A farne esca per i pesci. Se essa non potrà alimentare altro, alimenterà per lo meno la mia vendetta. Egli mi ha vituperato, mi ha impedito di guadagnar mezzo milione, ha riso delle mie perdite, si è burlato dei miei guadagni, ha insultato il mio popolo, osteggiato i miei affari, ha raffreddato i miei amici, riscaldato i miei nemici. E per qual motivo? Sono un ebreo. Ma non ha occhi un ebreo? Non ha un ebreo mani, organi, membra, sensi, affetti, passioni? Non si nutre degli stessi cibi, non è ferito dalle stesse armi, non è soggetto alle stesse malattie, non si cura con gli stessi rimedi, non è riscaldato e agghiacciato dallo stesso inverno e dalla stessa estate come lo è un cristiano? Se ci pungete, non facciamo sangue? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci oltraggiate, non dobbiamo vendicarci? Se siamo simili a voi in tutto il rimanente, vogliamo rassomigliarvi anche in questo. Se un cristiano è oltraggiato da un ebreo, qual è la sua mansuetudine? La vendetta! Se un ebreo è oltraggiato da un cristiano, quale può essere, sull'esempio cristiano, la sua tolleranza? Ebbene, la vendetta! La malvagità che mi insegnate la metterò in opera e sarà difficile che io non abbia a superare i maestri.




da "il Mercante di Venezia" di William Shakespeare

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