Powered By Blogger

mercoledì 30 marzo 2011

I Trionfi: "non è bestemmia..."




Non è bestemmia;


è il senso,

l'unico, qui, dove siamo;

qui, dove i lucenti fasci delle arterie

battono contro il tempo,

felici oltre ogni ingiuria

o legge della piccola, sprovveduta cavità

urlante trombe, editti, idioti anatemi.

Gridano e urlano i voli del sangue;

le vene raggrumano il senso d'esistere

provvisori ed eterni;

garofani e gigli,

gigli e garofani;

ritmo ineluttabile, atroce

tra corde di vita.

Tutto si tende,

s'approssima, s'allontana;

alternanza continua,

cieca, folle;

la gioia,

l'infinita gioia d'esistere

si prova e riprova nel nonsenso del sangue.



Ora;

ora è l'attimo, l'istante.

Le nubi si gonfiano,

atroci si feriscono, immense;

s'erigono oltre i profili del mondo;

si scatena la pioggia,

infinita protesta di madri,
disperati sensi, figli, fiori
tra carni,
tu,

io,

sempre

la pioggia, il vento

il calore del fuoco in corsa

nei grembi di garofani e gigli.

L'eterno si libera a trionfo

nell'arco enorme di vita.

Urla, sì:

vita!

Impeti, sangue,

spermi,

catastrofi,

abissi…

Ora., sì;

ora tu sei

ed io!

. . . . . . . .

. . . . . . . .

poi, nell'immane silenzio,
nella grande, infinita stanchezza dei corpi;

nella calda, dorata brina del sangue che si scioglie;

nel lamento dell'umana fatica;

nella luce inconsulta del tutto,

nel nulla…

Fetonte è morto.

Grida con me:

Fetonte è morto..

Ora la terra può aprire

la sua tomba d'editti, anatemi e rovine.

Grida con me, nel silenzio.

Guarda:

ora può.

Noi, qui, abbiamo perduto

e vinto.


Da I Trionfi (1965) di Giovanni Testori

Nessun commento:

Posta un commento