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martedì 25 gennaio 2011

Raymond Chandler: Il Lungo addio

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Mancano quattro giorni alla luna piena e c’è una macchia di luce quadrata sulla parete e mi guarda come un grande occhio cieco, lattiginoso. 
Un occhio-parete. 
Similitudine maledettamente stupida. 
Scrittori! 
Ogni cosa dev’essere come qualcos’altro! 
Ho la testa molle come panna montata, ma non altrettanto dolce…
Altre similitudini. 
Mi viene da vomitare al solo pensiero di questo lurido mestiere. 
Mi viene da vomitare comunque. 
Probabilmente vomiterò. 
Non fatemi fretta. 
Datemi tempo. 
I vermi nel mio plesso solare strisciano e strisciano e strisciano. 
Starei meglio a letto ma sotto il letto ci sarebbe un animale nero e l’animale nero striscerebbe attorno frusciando e si arrotolerebbe e batterebbe contro la parte inferiore del letto, e allora io caccerei un urlo che non farebbe nessun rumore tranne che per me. 
Un urlo nel sogno. 
Un urlo nell’incubo.
 Non c’è niente di cui aver paura e io non ho paura perché non c’è niente di cui aver paura. 
Eppure una volta ero sdraiato a letto e l’animale nero mi faceva quelle cose. Lottava contro il letto da sotto, e io avevo un orgasmo. 
Questo mi disgustò. 
Più di tutte le altre cose cattive che avevo fatto. 
Sono sporco. 
Ho bisogno di radermi. 
Mi tremano le mani. 
Sudo. 
Puzzo come un cane. 
Ho la camicia bagnata nelle pieghe dei gomiti. 
Il bicchiere sul tavolo è vuoto. 
Ora mi ci vorrebbero tutte e due le mani per versarmi da bere. 
Magari potrei bere un goccio dalla bottiglia. 
Tanto per darmi forza.....
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Raymond Chandler: Il Lungo addio è un monologo in 10 momenti di Sergio Scorzillo
DOR Siae
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