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scena numero 3
Il palco si illumina.
Il letto è in verticale al centro della scena.
Legato al letto Carlo Boschi.
Carlo-( Parlando con sguardo vitreo davanti a se) Trappole. Non si vive più come una volta. Tutte le scelte finite, come non potessimo più scegliere.
E non venitemi a dire che non posso tagliarmi le unghie dei piedi! Sono sempre in lotta con i minuti, non ho mai tempo per niente. Ho il mio inferno. Adesso…l’ho avuto il mio inferno e sempre l’avrò. Ma almeno le unghie dei piedi… Li trovo, due minuti. Me le taglio con cura, senza farmi male.
Ci sto tanto bene nel mio inferno. Nel mio inferno ci sono i miei filosofi…i miei musicisti…i miei scrittori del cazzo.
Trappole. Certo di tempo ne avrei un sacco se riuscissi a star lontano dalle corse.
Ma come si fa a vivere se non si gioca, non si rutta, non si scopa un po’qua e un po’ là…. l’animale che è in noi…il mio cervello rettile…ci sono affezionato…come alla pancia…E alle palle. Oddio muoio…oddio muoio.. Nella morte non c’è niente di triste. E se lo dico io..Quello che fa schifo è “la vita che la gente vive o non vive quando vive”. Perché il problema è: quando vive? “Campare…Pisciare. Qui sta il dubbio”…adesso ho voglia di pisciare…io quando piscio sono io…loro la vita la pisciano via e non se ne rendono conto…se la cagano fuori come uno stronzo e non se lo godono neppure..non gli dicono nemmeno grazie. Grazie stronzo…io lo so che esci da me, che ti ho fatto io. Che non saresti venuto alla luce del mondo se non ti avessi fortemente voluto cercato e coltivato dentro di me…Se non avessi passato ore a cullarti…devo scrivere. Datemi una penna, devo scrivere. Scrivere qualcosa un racconto un romanzo un diario la lista della spesa…una cassa di birra e quattro whisky doppio malto, s’il vous plait. Merci. Mai oui, mai oui...lingua del cazzo…ma cosa parlano qui? Ah si, siamo a Dublino…niente francese…The Dubliners…The Guinnes…Beckett e Joyce..Vladimiro ed Estragone, Stanlio e Ollio.. Chi scrive deve essere una testa di cazzo….le cose vadano come devono andare…come uno stronzo giù per una collina. Quando non c’era il cesso in casa.
Trappole. Tutti si fanno intrappolare dalle trappole. Trappole trappole. La vita è una trappola. Trappola per topi. Scrivere può essere una trappola. Si ricomincia daccapo ogni volta. Ognuno la sua trappola. In saecula seculorum.
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Taccuino di una sbronza di Sergio Scorzillo è liberamente tratta dall'omonimo romanzo di Paolo Roversi
il testo è depositato presso DOR Siae
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