Sono stato in Europa, ultimamente, per sei mesi, a girare un film
intitolato "Ciao, Pussycat", con Peter O'Toole, Peter Sellers e il
sottoscritto, nell'ordine.
E' stata la mia prima esperienza come attore. Sì, avevo recitato altre
volte, ma non le conto neppure. Roba di tanti e tanti anni fa. All'asilo,
mettemmo su l'Otello e io facevo lago. Uno dei migliori laghi cinquenni
che abbiano mai calcato le scene.
Il film l'ho scritto io, ed è largamente autobiografico... Anzitutto
però, devo raccontarvi come sono arrivato in Europa, una storia affascinante.
Ecco come sono andate le cose. Io mi esibivo in un caffè-teatro del
Greenwich Village a New York, chiamato Brio e Brioches, dove facevo il
presentatore ed eseguivo anche dei numeri. Uno, in tandem con una cantante
eschimese che cantava Night and Day per sei mesi difilato.
Ebbene, una sera capitò in quel locale il produttore Feldman. Si
innamorò di me a prima vista. Mi trovò superbo, sensuale e affascinante,
cioè nato per il cinema. Feldman è bassino di statura, capelli rossi e occhiali...
Basta, mi porta con sé in Europa - tutto pagato. Durante li viaggio,
proiettano un film con Irene Dunne sulla trasvolatrice Amelia Earhardt.
Tremavo tanto da non fermarmi più.
Incontrai una ragazza, dal mio psicanalista europeo... Facciamo un
passo indietro. Io andavo da uno psicanalista europeo e un europeo andava
nel frattempo dal mio psicanalista di New York - in base a
un programma di scambio fra nevrotici.
L'Europa per me, sta di fatto, fu una serie di fiaschi o quasi. A una
festa, per esempio - una festa cui prendevano parte attori, attrici e
compagnia bella - me ne stavo in disparte, a suonare il vibrafono,
quand'ecco che un bel pezzo di bionda mi si accosta e mi fa: "Suoni il
vibrafono, tu?". Dico: "Sì, mi aiuta a sublimare le tensioni sessuali".
Dice: "Perché non mi consenti di aiutarti a sublimarle, queste tensioni
sessuali?". Al che io mi rallegro tutto, ecco una ragazza - dico, tra me e
me - che suona il vibrafono.
Sto per chiederle di uscire insieme quand'ecco che si intromette Peter
O'Toole che mi ruba la parola di bocca e mi l'a fuori al primo colpo. La
ragazza era bellissima, sapete, allora le dico: "Non potresti portare una
sorella, per me?". Oh, sì, si. Si presentò Suor Teresa di Calcutta.
La serata fu alquanto noiosa. Ci mettemmo a discutere del Nuovo
Testamento. Convenimmo che Gesù era una persona straordinariamente ben
equilibrata, per essere figlio unico.
intitolato "Ciao, Pussycat", con Peter O'Toole, Peter Sellers e il
sottoscritto, nell'ordine.
E' stata la mia prima esperienza come attore. Sì, avevo recitato altre
volte, ma non le conto neppure. Roba di tanti e tanti anni fa. All'asilo,
mettemmo su l'Otello e io facevo lago. Uno dei migliori laghi cinquenni
che abbiano mai calcato le scene.
Il film l'ho scritto io, ed è largamente autobiografico... Anzitutto
però, devo raccontarvi come sono arrivato in Europa, una storia affascinante.
Ecco come sono andate le cose. Io mi esibivo in un caffè-teatro del
Greenwich Village a New York, chiamato Brio e Brioches, dove facevo il
presentatore ed eseguivo anche dei numeri. Uno, in tandem con una cantante
eschimese che cantava Night and Day per sei mesi difilato.
Ebbene, una sera capitò in quel locale il produttore Feldman. Si
innamorò di me a prima vista. Mi trovò superbo, sensuale e affascinante,
cioè nato per il cinema. Feldman è bassino di statura, capelli rossi e occhiali...
Basta, mi porta con sé in Europa - tutto pagato. Durante li viaggio,
proiettano un film con Irene Dunne sulla trasvolatrice Amelia Earhardt.
Tremavo tanto da non fermarmi più.
Incontrai una ragazza, dal mio psicanalista europeo... Facciamo un
passo indietro. Io andavo da uno psicanalista europeo e un europeo andava
nel frattempo dal mio psicanalista di New York - in base a
un programma di scambio fra nevrotici.
L'Europa per me, sta di fatto, fu una serie di fiaschi o quasi. A una
festa, per esempio - una festa cui prendevano parte attori, attrici e
compagnia bella - me ne stavo in disparte, a suonare il vibrafono,
quand'ecco che un bel pezzo di bionda mi si accosta e mi fa: "Suoni il
vibrafono, tu?". Dico: "Sì, mi aiuta a sublimare le tensioni sessuali".
Dice: "Perché non mi consenti di aiutarti a sublimarle, queste tensioni
sessuali?". Al che io mi rallegro tutto, ecco una ragazza - dico, tra me e
me - che suona il vibrafono.
Sto per chiederle di uscire insieme quand'ecco che si intromette Peter
O'Toole che mi ruba la parola di bocca e mi l'a fuori al primo colpo. La
ragazza era bellissima, sapete, allora le dico: "Non potresti portare una
sorella, per me?". Oh, sì, si. Si presentò Suor Teresa di Calcutta.
La serata fu alquanto noiosa. Ci mettemmo a discutere del Nuovo
Testamento. Convenimmo che Gesù era una persona straordinariamente ben
equilibrata, per essere figlio unico.
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