CLARA (verso l'ingresso). Sí, cara mamma, sarò modesta, non farò chiasso, dirò che tutto e tutti mi piacciono, e non ballerò molto. (Verso il pubblico.) Già in collegio mi dicevano ch'era una buona figliuola e come tale quando mammà consiglia è mio dovere di stare a udire e promettere obbedienza. Cosí ella dorme quieta qui ed io ballo con la coscienza tranquilla là. È il mio secondo ballo appena, ma siamo già tanto lontane per esperienza una dall'altra che non è piú possibile d'intenderci. Povera mamma! Ha frequentati tanti balli e… non ne ha mai capito niente. A meno che i balli ed i cavalieri del tempo di mamma non fossero stati differenti! (In ascolto.) La carrozza! No! è passata! La signora zia ha l'abitudine di andarci tardi al ballo, per chic, e per quest'idea d'altri tempi o degli sciocchi del nostro, si perdono i veri ballerini, che son pochi a dire il vero. A forza di modestia e di riguardi come mi sono annoiata all'altro ballo! Delle grandi illusioni non vi portai e rideva già prima dell'ingenuità di mamma che andava descrivendomi a modo suo il divertimento che mi aspettava. Ma la realtà istessa mi sorprese. Costoro né sanno fare la corte, né vogliono, costoro vengono al ballo per accompagnare la sorella o la cognata o magari la moglie o vi vengono trascinati dall'amico che vi ha la sorella o la cognata o la moglie, ma non ci sono mai trascinati da un proprio desiderio. Ponete loro di fronte una ragazzina modesta e tranquilla ed essi non domanderanno di meglio. La lasceranno in un cantuccio e andranno pei fatti loro. E non sono soltanto le mie esperienze che mi fanno pensare cosí quantunque basterebbero anche solo quelle. Osservai come vengono trattate quelle di cui si dice che sono le piú corteggiate. Hanno molti uomini d'intorno, ma tutti sembrano disposti piuttosto a farsi far la corte che a corteggiare. La Finelli, per esempio, una delle piú nominate. Asserí ad una vecchia che mi stava accanto, che non aveva preferenze, e che tutti le erano indifferenti, e visto che c'era dell'ira nella sua voce io le credetti. Devono essere certe corti quelle che le vengono fatte! Scommetto che valeva meglio un'occhiatina del mio professore di letteratura al collegio! È vero che la Finelli, a quanto ne dicono, è molto stupida, ma non ve ne sono altre di corteggiate. Ah! sí! ha fama di esserlo quella bionda color gran turco di cui non rammento il nome, e quell'altra di cui ammirano la figura, un vero manico di scopa. Perché gli uomini moderni quando poi dimostrano delle preferenze dimostrano nello stesso tempo un certo gusto…! Il signor Mastroni me le lodava tutt'e tre ed io interruppi le sue parole entusiastiche dicendo: “Sí, vestite bene, molto bene!”. Poi dissi che della Finelli mi piaceva il naso, un certo naso curioso che fa la guardia alla bocca; del manico di scopa le orecchie… a vela, e dell'altra il fronte perché almeno quello non si vede, coperto com'è da una chioma scapigliata che vuol cacciarsi negli occhi della gente ma inutilmente. (Toccandosi la testa.) Non occorrono mica tanti capelli quando hanno il voluto colore! Per un primo ballo e con le raccomandazioni di mammà in corpo non c'è male. In quanto a me, ho il conforto di non venir corteggiata, né bene, né male. Ecco il carnet dell'altra volta; povero cadaverino! Due contraddanze vuote e le altre male riempite. Voglio serbarlo per godere di piú della rivincita che saprò prendermi!. (Tenta di leggere nel carnet.) Nome illeggibile, il mio primo ballerino, ma individuo indimenticabile. Per non dover perdere il mio tempo al ballo con lui, modestamente, ma con tutta risolutezza, gli ho levato intanto ieri il saluto! Imbecille! Mi portò al posto senza aprir bocca, ma sorridendo come se promettesse delle cose molto spiritose. Durante la prima figura mi disse: “Come si diverte?”. Poi tacque per mezz'ora. Poi mi disse: “Questa è la prima quadriglia!”. E nuovamente tacque meditabondo. E, infine, poco prima di lasciarmi, sempre sorridendo spiritosamente disse: “A me il ballo piace molto!”. Ed io pensai: "Non si capisce perché!". Da dire non c'era nulla e, per quanto mi sentissi stanca la bocca per la lunga inerzia. (Leggendo.) Rialti. Altro individuo da evitarsi. Non mi aveva ancora ben stretto la mano in segno di aver fatto la mia conoscenza che cominciò a lagnarsi, sí a lagnarsi e con certo suono di pianto nella voce, ch'era una pietà a sentirlo. Si lagnò della direzione per una causa, dei soci per un'altra, e poi del colore della sala, e che la galleria veniva frequentata meglio che la sala, e che la sala di lettura non era situata nell'altro ingresso, e che le signorine s'impegnavano un mese prima… “Peccato che tutto questo non posso mutarlo!” scoppiai io. Non serví! Poco dopo piagnucolò sul troppo lusso e che oggidí piú non si sapeva ballare né aver spirito. Si trattava di una lancieri… un vero miserere! Gli altri (guardando il carnet) senza lode e senza infamia. Un po' di spirito, molta presunzione, e quando sanno qualche cosa cercano di ammazzare la poverina che si è confidata loro. Ma Mastroni, oh! il piú odioso di tutti! Mi viene presentato al principio del ballo da un direttore che poi mi racconta che la presentazione gli era stata espressamente domandata. "Buon principio" dissi a me stessa "e una intanto." Ingannatore! La noia ineffabile delle prime ore mi viene diminuita dalla sorpresa di vedere che il signor Mastroni piú non si fa vivo. La mia voce gli era dispiaciuta forse? Sarebbe stato un altro indizio del gusto decaduto del tempo! No! Dopo cena osservo che in un canto della sala infila i guanti, si specchia e poi si muove. Non capivo bene verso chi perché lo osservava in uno specchio e la geometria descrittiva non è stata mai il mio forte. Lo vedo tutt'ad un tratto dinanzi a me e allora appena capisco: Prima di cena non aveva avuto il coraggio e per procurarselo aveva avuto bisogno del bicchiere di marsala. Non v'era ragione per serbargli rancore, anzi! Rispondo gentilmente al suo saluto: “Si diverte, signorina?”. "Non per causa tua, tanghero!" pensai e gli dissi invece: “Sí molto.” “Io, invece, no!” dice lui sinceramente. “Il ballo non fa per me!”. "E in allora non ci si viene" penso io, e dico, guardandolo con interesse perché si capiva che cosí voleva: “Ah!”. “Ballo malvolentieri; se mi permette che senza ballare le faccia un po' di compagnia, la festa muterà d'aspetto per me.” "Ecco uno ch'è in procinto di offrirmi la sua mano" pensai e guardai intorno disperatamente in cerca di qualche amica, dalla quale avessi potuto informarmi sulla posizione di quel signore. Invece non m'invitò neppure ad una contraddanza e quantunque ne avesse veduta una di libera sul mio carnet.Parlava bene quel signore ma a me non la dava ad intendere. Basta aver letto qualche romanzo di Kock per parlar bene ad un ballo. Mi disse ch'egli si doleva profondamente di non saper divertirsi, ma non era colpa sua. “Appartengo alla mia epoca ch'è seria” mi disse, ciò che significava: "Ho il cervello troppo sviluppato per poter divertirmi, e voi che ballate siete sciocchi!". Questa sera, se mi ripete le stesse cose, gli dirò francamente: “Chi è fatto per gli studii rimanga agli studii; è peccato per gli studii se li abbandona.” E con questi individui modestia? Lasciarsi seccare cosí? Vedremo questa sera! Le insolenze capiteranno anche a chi non se le attende. Se mi parlano del tempo, per esempio: “È il mio secondo ballo” dirò “e so già tutto quello che sul tempo invernale si può dire. Attendete l'estate e ne riparleremo.” Proveremo questo sistema! Il male si è che il carnet è ancora vuoto, meno la prima quadriglia che mi tocca ballare con un vecchio amico di papà. Questi vecchi! Preferirei non ballare affatto; ballando con vecchi corro il rischio di diventare troppo rispettabile. Se potessi eliminarlo…! Ecco la carrozza! Vengo subito! (Resta meditabonda.) Basta! Se trovo pronto, pronto, un giovine come va, lascio in asso l'amico di papà! Chissà! Forse ne risulta un duello! Peccato che il vecchio non si dimostri troppo disposto ad arrischiare la pelle. Mi vengono i brividi quando penso che forse balla… per salute!
Italo Svevo
Italo Svevo
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