Mi trovavo giù al sud, nel Profondo Sud, e fui invitato a una festa in
costume. Accettai volentieri l'invito, era Halloween, e decisi di andarci
travestito da fantasma. Prendo un lenzuolo e mi ci avvolgo tutto. Esco per
andare alla festa. Dovete figurarvi la scena: io che cammino per le strade
d'una cittadina del Profondo Sud con un lenzuolo bianco sulla testa. Si
ferma una macchina, con tre tipi a bordo, avvolti in lenzuoli bianchi, e
uno mi fa: "Sali". Arguii che anche loro andavano alla festa travestiti da
fantasmi. Salii tranquillamente, ma dopo un po' mi accorsi che stavamo
andando da un'altra parte e glielo dissi.
E loro: "Passiamo a prendere il Grande Drago".
D'un tratto mi venne un lampo di genio. Profondo Sud. Lenzuoli bianchi.
Grande Drago. Feci presto a fare due più due quattro. Arguii che un loro
amico stava andando alla testa travestito da drago.
Poco dopo sale a bordo un omaccione e mi rendo conto che quei tipi sono
membri del Ku Klux Klan. Quattro, e ben armati. Lo sportello è bloccato.
Mi pietrifico. Cerco in qualche modo di trarli in inganno, buttando là
qualche parola nel dialetto dell'Alabama. Accanto a me è seduto il capo
del clan - lo si riconosce per via delle lenzuola con gli angoli.
Arriviamo sul luogo di riunione, in aperta campagna, e qui mi tradisco,
purtroppo, perché - quando fanno la colletta e tutti gli altri versano un
contributo in contanti - io dico: "Mi impegno per cinquanta dollari". Mi
sgamarono immediatamente.
Mi tolsero il cappuccio e mi misero un cappio intorno al collo.
Decidono di impiccarmi li per li. Allora tutta quanta la mia vita mi passò
davanti agli occhi. Mi rividi bambino, nel Kansas. Andare a scuola,
sguazzare nel laghetto. Andar giù al fiume a pescare. Andare dal droghiere
a comprare i tarallucci per zia Marta...
A questo punto mi accorgo che non è la mia vita, quella. Stanno per
impiccarmi e una vita fasulla mi sta passando davanti agli occhi.
Allora parlai loro. Fui molto eloquente e dissi: "Ragazzi, questo paese
non può sopravvivere se non ci si ama fraternamente a vicenda,
indipendente mente dalla fede religiosa e dal colore della pelle". Li
commossi talmente, con le mie parole, che non solo mi lasciarono andare
ma, quella sera, vendetti loro Buoni pro Israele per oltre duemila dollari.
costume. Accettai volentieri l'invito, era Halloween, e decisi di andarci
travestito da fantasma. Prendo un lenzuolo e mi ci avvolgo tutto. Esco per
andare alla festa. Dovete figurarvi la scena: io che cammino per le strade
d'una cittadina del Profondo Sud con un lenzuolo bianco sulla testa. Si
ferma una macchina, con tre tipi a bordo, avvolti in lenzuoli bianchi, e
uno mi fa: "Sali". Arguii che anche loro andavano alla festa travestiti da
fantasmi. Salii tranquillamente, ma dopo un po' mi accorsi che stavamo
andando da un'altra parte e glielo dissi.
E loro: "Passiamo a prendere il Grande Drago".
D'un tratto mi venne un lampo di genio. Profondo Sud. Lenzuoli bianchi.
Grande Drago. Feci presto a fare due più due quattro. Arguii che un loro
amico stava andando alla testa travestito da drago.
Poco dopo sale a bordo un omaccione e mi rendo conto che quei tipi sono
membri del Ku Klux Klan. Quattro, e ben armati. Lo sportello è bloccato.
Mi pietrifico. Cerco in qualche modo di trarli in inganno, buttando là
qualche parola nel dialetto dell'Alabama. Accanto a me è seduto il capo
del clan - lo si riconosce per via delle lenzuola con gli angoli.
Arriviamo sul luogo di riunione, in aperta campagna, e qui mi tradisco,
purtroppo, perché - quando fanno la colletta e tutti gli altri versano un
contributo in contanti - io dico: "Mi impegno per cinquanta dollari". Mi
sgamarono immediatamente.
Mi tolsero il cappuccio e mi misero un cappio intorno al collo.
Decidono di impiccarmi li per li. Allora tutta quanta la mia vita mi passò
davanti agli occhi. Mi rividi bambino, nel Kansas. Andare a scuola,
sguazzare nel laghetto. Andar giù al fiume a pescare. Andare dal droghiere
a comprare i tarallucci per zia Marta...
A questo punto mi accorgo che non è la mia vita, quella. Stanno per
impiccarmi e una vita fasulla mi sta passando davanti agli occhi.
Allora parlai loro. Fui molto eloquente e dissi: "Ragazzi, questo paese
non può sopravvivere se non ci si ama fraternamente a vicenda,
indipendente mente dalla fede religiosa e dal colore della pelle". Li
commossi talmente, con le mie parole, che non solo mi lasciarono andare
ma, quella sera, vendetti loro Buoni pro Israele per oltre duemila dollari.
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