C'era un dittatore che aveva incarcerato, torturato e ammazzato uomini e donne del suo Paese. Un giorno gli venne annunciata la visita del Capo degli Uomini Buoni.
Poichè questo Capo era molto potente, viaggiava per il mondo e ovunque andasse la gente accorreva a vederlo, il dittatore dovette prepararsi a riceverlo nel modo migliore.
Ammazzò tutti i torturati perchè non si dicesse che c'era la tortura, tutte le mamme dei desaparecidos perchè non dicessero che i figli erano desaparecidos, tutti i prigionieri perchè non si dicesse che le prigioni erano piene, e riempì la città di striscioni di benvenuto.
Ma la notte prima della visita non dormì: sapeva che il Capo degli Uomini Buoni conosceva il bene e il male ed era venuto per rimproverarlo: gli avrebbe detto delle cose terribili davanti a tutti smascherando i suoi delitti.
Così la mattina all'aeroporto era molto nervoso.
Invece della solita divisa con draghi e pugnali, si era messo un completo grigio con la cravatta, e al posto dei gorilla generali aveva una scorta di suorine. Ogni suorina teneva in braccio un bambino, di cui il Capo degli Uomini Buoni era ghiotto.
Il Visitatore scese tutto vestito di bianco da un aereo bianco, baciò la terra e i bambini, salutò il dittatore e insieme percorsero i viali della città tra gli applausi della gente, anche perchè chi non applaudiva veniva bastonato.
Quando furono nell'appartamento del dittatore il Capo degli Uomini Buoni chiuse a chiave la porta e disse:
- Adesso io e lei facciamo due chiacchiere.
Il dittatore tremò. Era venuto per lui il momento della verità. Stava per buttarsi in ginocchio e chiedere perdono, quando il Bianco Visitatore disse:
- Mi piace questo paese, è tranquillo.
- Sì, non c'è male - disse il dittatore.
- Si vede che la gente ci sta bene...
- Abbastanza... magari qualcuno si lamenta, ma...
- Anche nel mio paese - disse il Capo degli Uomini Buoni - c'è sempre qualcuno che si lamenta.
- E poi, per la verità, qualche volta... ho dovuto...
- Dovuto cosa?
- Ho dovuto...intervenire.
- La capisco.
A quelle parole il dittatore si buttò in ginocchio. Com'era buono il Capo degli Uomini Buoni! Che grande lezione gli dava! Non con anatemi e ingiurie, ma con la forza dell'indulgenza e del perdono. Indicandogli la via...
Oh si! Anche lui sarebbe stato buono e comprensivo come il Capo degli Uomini Buoni!
Gli baciò la mano, l'anello, la manica e disse:
- Non arresterò più nessuno, indirò libere elezioni, proibirò la tortura, licenzierò gli squadroni della morte... ho capito la Sua lezione.
Il Capo degli Uomini Bianchi ritirò di colpo la mano.
- Lei è pazzo - disse - guai a lei se ci prova!
Il dittatore trasecolò.
Quando il Bianco Visitatore partì, il dittatore ricominciò a imprigionare e torturare e ammazzare, ma non ci provava più lo stesso gusto.
- E' vero - pensava - ci sono degli incontri che cambiano la vita.
Poichè questo Capo era molto potente, viaggiava per il mondo e ovunque andasse la gente accorreva a vederlo, il dittatore dovette prepararsi a riceverlo nel modo migliore.
Ammazzò tutti i torturati perchè non si dicesse che c'era la tortura, tutte le mamme dei desaparecidos perchè non dicessero che i figli erano desaparecidos, tutti i prigionieri perchè non si dicesse che le prigioni erano piene, e riempì la città di striscioni di benvenuto.
Ma la notte prima della visita non dormì: sapeva che il Capo degli Uomini Buoni conosceva il bene e il male ed era venuto per rimproverarlo: gli avrebbe detto delle cose terribili davanti a tutti smascherando i suoi delitti.
Così la mattina all'aeroporto era molto nervoso.
Invece della solita divisa con draghi e pugnali, si era messo un completo grigio con la cravatta, e al posto dei gorilla generali aveva una scorta di suorine. Ogni suorina teneva in braccio un bambino, di cui il Capo degli Uomini Buoni era ghiotto.
Il Visitatore scese tutto vestito di bianco da un aereo bianco, baciò la terra e i bambini, salutò il dittatore e insieme percorsero i viali della città tra gli applausi della gente, anche perchè chi non applaudiva veniva bastonato.
Quando furono nell'appartamento del dittatore il Capo degli Uomini Buoni chiuse a chiave la porta e disse:
- Adesso io e lei facciamo due chiacchiere.
Il dittatore tremò. Era venuto per lui il momento della verità. Stava per buttarsi in ginocchio e chiedere perdono, quando il Bianco Visitatore disse:
- Mi piace questo paese, è tranquillo.
- Sì, non c'è male - disse il dittatore.
- Si vede che la gente ci sta bene...
- Abbastanza... magari qualcuno si lamenta, ma...
- Anche nel mio paese - disse il Capo degli Uomini Buoni - c'è sempre qualcuno che si lamenta.
- E poi, per la verità, qualche volta... ho dovuto...
- Dovuto cosa?
- Ho dovuto...intervenire.
- La capisco.
A quelle parole il dittatore si buttò in ginocchio. Com'era buono il Capo degli Uomini Buoni! Che grande lezione gli dava! Non con anatemi e ingiurie, ma con la forza dell'indulgenza e del perdono. Indicandogli la via...
Oh si! Anche lui sarebbe stato buono e comprensivo come il Capo degli Uomini Buoni!
Gli baciò la mano, l'anello, la manica e disse:
- Non arresterò più nessuno, indirò libere elezioni, proibirò la tortura, licenzierò gli squadroni della morte... ho capito la Sua lezione.
Il Capo degli Uomini Bianchi ritirò di colpo la mano.
- Lei è pazzo - disse - guai a lei se ci prova!
Il dittatore trasecolò.
Quando il Bianco Visitatore partì, il dittatore ricominciò a imprigionare e torturare e ammazzare, ma non ci provava più lo stesso gusto.
- E' vero - pensava - ci sono degli incontri che cambiano la vita.
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